Gli idrovolanti del Massaciuccoli

Credo che il Lago di Massaciuccoli sia tra i luoghi più affascinanti luoghi della nostra provincia, non solo per la sua incredibile biodiversità e per i suoi paesaggi mozzafiato, ma anche per tutte le storie che nasconde tra i suoi falaschi dorati. Tra queste, una tra le meno note e più affascinanti è quella dell’idroscalo che qui ebbe sede. 

Negli anni ’20, periodo di grande sviluppo e prestigio dell’aviazione italiana, il lago fu scelto come base per i neonati idrovolanti. 

Forse è proprio grazie a questa decisione se oggi abbiamo ancora questa preziosa area umida, in quanto a quell’epoca l’ipotesi della sua bonifica integrale a favore per incrementare la produzione agricola era più che concreta. 

Nell’area dell’attuale Gran Teatro Puccini esisteva la Società Anonima Torbiere Italia, chiusa nel 1927 e di cui sono ancora oggi visibili alcuni resti. Immediatamente, sfruttando tali strutture, vennero costruiti due piccoli hangar, che nel 1929 vennero conferiti alla nuova Società Incremento Turismo Aereo

Tuttavia, l’uso turistico durò poco, perché già nel 1931 gli hangar furono assegnati alla Regia Aeronautica diventando una base militare per squadriglie di idrovolanti. Il 31 agosto dello stesso anno arrivò il primo dei soli due Dornier Do X italiani, e nel 1932 il secondo.  Questi aerei di fabbricazione tedesca, in realtà più impressionanti che efficaci con la loro enorme mole e i 12 motori in posizione sopraelevata, furono i più celebri e ammirati ospiti della base lacustre. 

Essa fu impiegata soprattutto come stazione di addestramento degli aviatori, negli anni in cui di Balbo si preparava all’epica Traversata dell’Atlantico.

Tra il 1935 e il 1937 furono realizzati dal famoso ingegnere Pier Luigi Nervi nuovi hangar, distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale e di cui purtroppo non esistono neanche foto. 

Nei convulsi giorni che seguirono l’Armistizio del 1943, le truppe tedesche occuparono la base aeronautica, spostandone il comando a Villa Orlando. Infine, l’anno seguente, tutte le strutture furono fatte brillare, affidando per sempre al fondo del lago la memoria di quello che per vent’anni fu un vanto per Torre del Lago e per l’intera Italia. 

Durante la sua esistenza, la base fu un volano di sviluppo economico per l’area, tramite l’indotto che garantiva, e lo spettacolare decollo e atterraggi dei velivoli stupì giornalmente i turisti che affollavano la città.

Di questa storia epica, ormai dimenticata dagli stessi abitanti di Torre del Lago, non rimangono molte tracce, tranne che un dipinto raffigurante le squadriglie di idrovolanti in volo sul lago su una parete dello storico ristorante Chalet del Lago

Locale, quest’ultimo, che conserva la struttura a palafitta originale di fine XIX secolo che frequentò anche Giacomo Puccini, ma questa è un’altra delle innumerevoli storie che il nostro lago custodisce.

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Gabriele Levantini nasce a Viareggio il 10 aprile 1985. Chimico per lavoro e scrittore per passione, dal 2017 gestisce il sito Il Giardino Sulla Spiaggia. Seguimi sul mio blog: https://ilgiardinosullaspiaggia.wordpress.com