L’estate è finita, e mentre guardo l’orizzonte sgombro di ombrelloni, verso il mare battuto dal vento, il canto di un gabbiano solitario accompagna i miei pensieri che, come al solito davanti a questo spettacolo, navigano lontano.
Penso alle storie, agli aneddoti, di quando questa città era davvero grande, il centro del mondo. Difficile crederlo in un giorno come questo, con la Passeggiata desolata come un villaggio del West e la noia che affolla le strade vuote. Eppure, un tempo qui accedeva di tutto…
Non sono in molti a sapere che l’attuale format del Festival di Venezia nacque proprio a Viareggio.

Correva l’anno 1932, la città di Venezia aveva organizzato la prima “mostra del cinema”, nell’ambito della celebre Biennale. Diversamente dagli Oscar americani, nati pochi anni prima. non si trattava di una competizione, ma solo di un’esposizione nella quale le pellicole venivano semplicemente presentate al pubblico. L’evento, gradito alle autorità, ebbe anche un buon successo e registrò la presenza di artisti internazionali di rilievo.
Essendo un evento collegato alla Biennale, l’anno seguente non ebbe luogo, ma a Viareggio, su iniziativa di Lando Ferretti, fu organizzata una competizione cinematografica nell’ambito del Premio letterario Viareggio Rèpaci. Questa volta fu un vero e proprio premio. Fu quindi il primo che ebbe mai luogo in Europa, precedendo quello di Venezia, che sarebbe diventato una competizione solo l’anno seguente, nel 1934.
Il concorso cinematografico viareggino era composto da due sezioni: una italiana e una straniera. Tra le celebrità presenti si annoverano Vittorio De Sica, Clark Gable, Fredric March, Wallace Beery, James Cagney, Ronald Colman, Greta Garbo, Loretta Young e Joan Crawford.
Le pellicole vincenti furono Camicia Nera di Giovacchino Forzano, per la sezione italiana, e Il Campione di King Vidor, per i film stranieri.
Come portato recentemente alla luce dallo storico Franco Pocci, Galeazzo Ciano e la moglie Edda, che abitavano proprio a Viareggio, presenziarono alla manifestazione. Il gerarca gradì molto la nuova formula competitiva, diversa da quella veneziana, e ne capì le maggiori potenzialità. Purtroppo per la città, Ciano oltre al cinema amava molto anche le donne, e non aveva alcuna intenzione di trovarsi circondato da tante belle attrici, ma con la moglie al suo fianco. Decise così di applicare il formato competitivo alla rassegna veneziana e di dismettere la promettente esperienza di Viareggio.
La città, nel corso degli anni, fu spesso set di film, ma non ebbe più un proprio festival cinematografico per ben 57 anni. Poi, finalmente, ereditò il festival Europacinema, evento nato nel 1984 a Rimini, trasferitosi nel 1988 a Bari ed approdato l’anno seguente a Viareggio, dove rimase fino al 2009. Anno in cui il presidente Felice Laudadio si dimise dal suo ruolo a causa di dissidi politici con l’amministrazione cittadina del tempo, ferendo mortalmente il festival, che cessò di esistere.

Nei suoi vent’anni di attività Europacinema ha presentato, in anteprima mondiale o italiana, centinaia di grandi film, principalmente -ma non solamente- europei.
La sua eredità è stata, solo in parte, raccolta da altri festival come il Bari International Film Festival e il Lucca Film Festival.
Viareggio ha perso così tanti treni che non torneranno più… la Fiera del Libro, il Salone Nautico, il Festival Latino Americano, il Rata Yatra, il Festival della Canzone…
Alla fine, però, forse è giusto così, perché la nostra natura è quella di essere un punto di passaggio, un porto che si affaccia sul mondo, sempre mutevole, sempre vivo. Un punto da dove partire per scoprire l’altro e l’altrove, e non un punto dove fermarsi a lungo. Perché quando ci si ferma, si comincia a morire.

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