LE LEGGENDE LUCCHESI
Un tour che tocca i luoghi che riguardano alcune delle più curiose leggende lucchesi






Itinerario
Durante questo tour vedrai la Cattedrale di San Martino, Palazzo Bernardini, la Torre delle Ore, la Basilica di San Frediano, Palazzo Pfanner, la Chiesa di Sant'Agostino e la Chiesa di San Michele. Sul percorso, molti spunti per foto interessanti e curiosi aneddoti raccontati dalla nostra guida.
Scolpito sul pilastro destro del porticato d’ingresso di San Martino compare uno strano simbolo: un labirinto. Ad accompagnare il labirinto c’è una scritta che evoca il mito di Teseo e Arianna. Perché è stato collocato qui? Cosa vuole significare?
All’interno del Duomo è inoltre collocato il venerato Volto Santo. Secondo l’antica leggenda il Crocifisso fu scolpito da Nicodemo, ma furono gli angeli a completarne l’opera. Tenuto nascosto per secoli a causa delle persecuzioni, venne un giorno posto su una barca e affidato al mare aperto. Il vascello arrivò infine davanti a Luni. Qui, per affidare alla volontà divina la scelta delle sede, la Croce fu posta su un carro di buoi ed essi liberamente si diressero verso Lucca. All’immagine del Volto Santo sono legati numerosi miracoli tra cui quello del calzare d’argento e della mannaia.
Nella prima finestra a destra del portone si vede la cosiddetta “Pietra del diavolo”: uno degli stipiti si è singolarmente incurvato. Secondo la leggenda popolare si dice che, durante la realizzazione del palazzo nel corso del 1500, il diavolo convinse i Bernardini ad abbattere un’icona sacra molto venerata a Lucca. Ma proprio lì dove un tempo si trovava l’immagine sacra, la pietra si incurvò e tale vi restò fino ad oggi, nonostante i numerosi tentativi di riportarla diritta.
A questa torre è legata la leggenda di Lucida Mansi. Si racconta che la nobildonna lucchese avesse venduto l’anima al diavolo pur di ottenere una bellezza senza tempo. Il diavolo le promise altri trent’anni di immutata bellezza ma, trascorso questo tempo, egli sarebbe tornato a farle visita per prendere la sua anima. Allo scadere del tempo il diavolo ricomparve per prendersi ciò che gli aspettava. Lucida, ricordatasi della scadenza, tentò di ingannarlo: salì sulla Torre delle Ore con la speranza di spostare le lancette allontanando l’ora della sua fine. Il tentativo fallì, il diavolo la caricò su una carrozza infuocata e la portò via con sé attraversando le Mura fino a gettarsi nelle acque del laghetto dell’Orto botanico.
Non è esente da leggende neppure questa basilica, legata a Santa Zita, la più importante e venerata santa di Lucca. Nata a Monsagrati nel 1218 da una famiglia di umili origini, Zita si trovò lavoro a 12 anni presso la famiglia Fatinelli, una tra le più illustri della città, che aveva casa proprio vicino a San Frediano. Alla sua figura sono legati numerosi miracoli, che l’hanno portata a riscuotere da subito una grande venerazione da parte della comunità lucchese e non, già da quei tempi.
È qui che ebbe luogo, nel 1692, la tormentata storia d’amore tra il principe Federico di Danimarca, futuro Federico IV di Danimarca e Norvegia (1671-1730), e la nobildonna lucchese Maria Maddalena Trenta. I due giovani, ospiti di Carlo Controni, vi si conobbero dando vita a una breve ma intensa relazione, interrotta dal ritorno del principe a Copenaghen. Ripartito per la Danimarca con una promessa di matrimonio, il principe non tenne però fede al giuramento…
La leggenda racconta di un soldato che arrabbiato per aver perso nel gioco delle carte, bestemmiando, lanciò un sasso contro una veneratissima immagine della Madonna. Questa fece immediatamente aprire una voragine che inghiottì il giocatore. Dalla spalla della Madonna, colpita dal sasso, iniziò a fuoriuscire sangue. L’immagine venne ospitata dal 1369 nella cappella commissionata dalla famiglia Boccella, proprio in Sant’Agostino,e ancora oggi lì si trova.
La statua di San Michele Arcangelo domina dall’alto della chiesa. La leggenda vuole che l’arcangelo abbia un anello su cui è incastonato un diamante e che, appostandosi in precisi punti della piazza e a determinate ore, sia possibile vederlo risplendere.
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Sara Menici
Mi chiamo Sara e mi aggiro sempre sulla fine della ventina. Mezza pisana, mezza lucchese, ma nata e cresciuta in questa città. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, indirizzo storico-artistico, a Pisa, e Guida Turistica abilitata in lingua francese.
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