Dopo le mura romane e medievali, che ormai erano del tutto insoddisfacenti alle nuove tecniche belliche, nel 1500 fu affrontata la grossa spesa delle nuove mura, rese necessarie per la presenza in tutta Toscana di Firenze e nella convinzione che la potenza della città si misurasse dalla potenza delle fortificazioni.
L’ impresa durò oltre cento anni e fu quindi una sorta di ‘manifesto politico’, con il quale la città ribadiva la propria autonomia e Libertas, piuttosto che la risposta ad un’effettiva esigenza difensiva legata all’espansionismo della Firenze medicea. Infatti le Mura non furono mai utilizzate per difendere la città da attacchi nemici ma furono necessarie per preservare il centro storico da un’alluvione nel 1812.
Il vicino fiume Serchio infatti straripò, allagando la campagna circostante, ma la città chiudendo ermeticamente le sue porte, riuscì a non far penetrare l’acqua. Elisa Bonaparte Baciocchi, allora signora di Lucca, alla notizia dell’alluvione tentò di rientrare in città per accertarsi dello stato di salute dei cittadini e per farlo dovette farsi issare al di sopra delle mura con una gru.
I lavori iniziarono con la tagliata del 1513: sia per non concedere alcun riparo al nemico, sia per facilitare l’osservazione del territorio circostante fuori le mura e quindi per avere il tempo necessario a non essere colti di sorpresa, vennero abbattuti molti edifici, sobborghi con chiese e tutti gli alberi presenti.
Da quell’anno, per oltre un chilometro intorno alle mura, non solo fu vietato piantare alberi di qualsiasi tipo e altezza, ma non poté più essere effettuata alcuna costruzione. Il 1513 è così tradizionalmente considerato l’anno di inizio della nuova cerchia, ma i lavori non cominciarono prima del 1544.
Le nuove mura sarebbero state realizzate grazie all’innalzamento di alti terrapieni disposti su ampie basi di pietra in modo da formare cortine e baluardi che poi sarebbero stati coperti da un paramento in laterizio con modanature in pietra. Ad opera ultimata, le mura avrebbero avuto una struttura ellittica intervallata da undici baluardi, dodici cortine e tre porte monumentali (S.Pietro, S.Donato e S.Maria). All’esterno un grande fossato le avrebbe circondate con relativo terrapieno e ‘mezzelune’.





Più architetti contribuirono alla costruzione delle mura. Alla fine del 1500 la Repubblica fece esaminare i progetti per le mura ad architetti fiamminghi, particolarmente esperti in problemi di fortificazione: nel 1589 fu interpellato Alessandro Farnese di Fiandra che fu decisivo perché dette un progetto sul quale si basarono i successivi architetti delle mura.
Il cantiere fu definitivamente chiuso nel 1650. Un’opera colossale quindi, per la quale i privati cittadini concorsero con contributi che spesso erano costituiti da decine di carri di pietre.
Dietro gli orecchioni dei baluardi erano piazzate le artiglierie: 126 cannoni che rimasero al loro posto fino all’arrivo degli austriaci, nel 1799, che li asportarono. Oltre che baluardo difensivo erano asilo e posto di vettovagliamento: nei locali sotterranei erano conservate le munizioni e quanto poteva servire per resistere ad un attacco anche prolungato.
L’attuale loro assetto risale all’Ottocento. Perdendo la loro funzione difensiva, la Mura sono state riconvertite a uso civile nei primi decenni dell’Ottocento, quando le antiche cortine della fortificazione furono trasformate nell’attuale ombreggiato passeggio cittadino.
Oggi le mura di Lucca, con uno sviluppo di più di quattro chilometri, altro non sono che un unico parco urbano. La particolarità dell’alberatura era già in parte piantata nel 1546 ed attirò l’attenzione dei viaggiatori stranieri fin dalla fine del Cinquecento che ancora oggi rappresenta il tratto più distintivo dell’immagine della città.
- Via delle Mura Urbane - Lucca
- Opera delle Mura: (+39) 0583 583086
- www.lemuradilucca.it
- operamura@comune.lucca.it

Sara Menici
Mi chiamo Sara e mi aggiro sempre sulla fine della ventina. Mezza pisana, mezza lucchese, ma nata e cresciuta in questa città. Laureata in Lingue e Letterature Straniere, indirizzo storico-artistico, a Pisa, e Guida Turistica abilitata in lingua francese.
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