Martina e il Duomo di Lucca

“Martina, muoviti! Faremo tardi!!!” Il richiamo del padre scosse Martina che si era fermata un momento (“un momento solo!” pensò Martina) per osservare uno strano animale che si affacciava tra le decorazioni della facciata del Duomo di Lucca. Ma il padre aveva fretta e nessuna voglia di perdere tempo così accompagnò il richiamo con un gesto della mano che eloquentemente la invitava a raggiungerlo.

Martina sbuffò evitando di farsi notare dal padre perché sapeva che lui aveva ragione: avevano un appuntamento importante con un mercante che avrebbe comprato le stoffe che stavano trasportando sul carretto trainato dal giovane mulo. Avevano tessuto molte braccia di buon filo di lana nel laboratorio di famiglia e non potevano perdere quella occasione di vendita. “Certo, sarebbe bello poter tessere anche fili di seta e fili d’oro..” rifletté Martina “chissà che disegni si inventerebbe mamma!” e sorrise immaginandosi sua madre al lavoro al telaio nella casa di famiglia nella campagna lucchese. Avvicinandosi al padre che ogni tanto strattonava il mulo affinché non si fermasse, Martina notò che nel portico del Duomo, proprio accanto alla porta dei pellegrini, un uomo, evidentemente di fuori Lucca per la parlata, stava alzando la voce verso un tale ben vestito che gli rispondeva a tono.. anche se non poteva capire ciò che si stavano dicendo, Martina intuì che c’entrava il denaro nella loro discussione (“come sempre” si disse sospirando).

Lo strano animale che aveva affascinato Martina è uno tra i tanti che compaiono tra le fantastiche e fantasiose decorazioni della facciata del Duomo di Lucca, dedicato a San Martino. La facciata, realizzata da tale Guidetto da Como intorno al 1204, formò un portico utilissimo a dar rifugio ai pellegrini che arrivavano a Lucca per venerare il Volto Santo e anche a cambiavalute e speziali. Forse Martina stava assistendo ad una discussione tra un cambiavalute ed uno straniero che voleva un cambio onesto delle sue monete per poter fare acquisti a Lucca. Lucca, infatti, batteva moneta propria e quindi chi arrivava da fuori si avvaleva necessariamente dei cambiavalute per ottenere monete lucchesi o tagli più piccoli confidando nel fatto che costoro avevano solennemente giurato di non fare furti, truffe e falsificazioni secondo un protocollo stabilito dal Vescovo Rangerio nel 1111 per coloro che volessero operare nella “corte di San Martino e nelle case dove si dia ospitalità”. Come Martina, non sappiamo cosa si stessero dicendo i due uomini che discutevano sotto il portico, ma ancora oggi possiamo leggere il testo del giuramento su una lapide posta accanto all’ingresso laterale.

Se Martina avesse avuto tempo di fermarsi, forse avrebbe notato che la facciata del Duomo è sfacciatamente asimmetrica, frutto non dell’imperizia degli architetti, anzi! ma della necessità di gestire lo scarso spazio lasciato libero dal campanile innestato su una torre preesistente. Asimmetria che ci appare evidente oggi che accediamo al Duomo attraverso un ampio spazio aperto nel XV secolo, ma che non poteva essere notata a quel tempo, dato che l’edificio più importante e significativo della città era abbracciato da molti altri edifici circostanti.

Osservando le decorazioni sulla facciata e nel portico, si notano molti animali, come quello che ha attratto l’attenzione di Martina, muoversi in un intrico vegetale realizzato con grande attenzione a riprodurre il reale aspetto dell’elemento vegetale rappresentato. Tra foglie d’acanto, grappoli d’uva, foglie di quercia, tralci sinuosi di viti, sembrano giocare a nascondino draghi, arpie, figure umane, orsi, leoni e altre figure fantastiche: talvolta questi animali lottano tra loro a ricordare l’eterna lotta tra il bene e il male che ogni essere umano deve affrontare lungo il suo percorso terreno.

Ulteriore, celebre simbolo del cammino dell’uomo verso Dio è il labirinto che troviamo in molte città toccate dalla via Francigena come Lucca: un percorso difficile lungo cui spesso si rischia di smarrire la ‘diritta via’ e spesso si invoca l’aiuto divino per sgominare i mostri che si incontrano. Questo ci racconta l’immagine scolpita alla base della torre su cui si erge il campanile e che ci riporta al mito di Teseo, del Minotauro e di Arianna che salva l’uomo che ama donandogli un filo, prezioso come i fili tessuti a Lucca.

Altro percorso, immutabile nel disegno divino, è quello raccontato dagli omini protagonisti del calendario in pietra che si allunga da parte a parte sull’arco centrale: ad ogni mese corrisponde una costellazione, un nome in latino ed una attività principale da svolgersi nei campi, a testimoniare quanto la Chiesa fosse parte integrante della comunità umana che la frequentava.

Questo e molto altro ancora ci raccontano facciata e portico del Duomo di Lucca!

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Antonella Marcucci

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