Che a Lucca non ci sia il mare è risaputo, ma allora cosa ci fa una balena a Lucca?
Dobbiamo tornare nel lontano 1495, quando sulle spiagge viareggine venne ritrovata una balena spiaggiata. L’episodio destò senza dubbio lo stupore degli abitanti della lucchesia e della Versilia che, solo pochi anni dopo la scoperta dell’America, si trovavano ad ammirare i giganteschi resti dello sfortunato mammifero. Fu così che alcune delle ossa più grandi della carcassa furono trasportate a Lucca, e qui furono esposte, appese sulla facciata della Chiesa di Santa Maria dei Servi o della Santissima Annunziata dei Servi, luogo di culto presente fin dal 1061 in città, affidato nel 1254 ai Serviti (un ordine mendicante nato a Firenze) e costruita in laterizio, ad una sola navata e con copertura a capriate, contenente alcune opere di Matteo Civitali. affidato nel 1254 ai Serviti, un ordine mendicante nato a Firenze.
Anche il maestro Antonio Possenti, noto pittore lucchese scomparso due anni fa, fu ispirato da questo episodio per alcune sue opere, che così diceva: “…nel sedicesimo secolo una balena spiaggiò sul litorale di Viareggio e lo scheletro fu affisso sulla facciata della chiesa, divenendo una specie di monito per i bambini cattivi: e io ho dipinto proprio questo: lo scheletro della balena, la balena spiaggiata e un altro monstrum che è una sirena”.
Ancora oggi alla destra del portale maggiore sulla facciata della chiesa, è posta una lapide marmorea a memoria di quell’evento così unico e raro, che recita:
«Balenae pystres tymni delphines et orcae oceani et nostri caetera mostra maris quiqiud Nilus habes quicquid mirabile Ganges astruat et haec vobis bellua sola fidem os orisque costa raeliqui corporis vastitatem demostrant eiecit tuscum mare ad lucense littus anno salutis MCCCCXCV – Nicolaus Tegrimus posuit»
Traduzione: «Balene, pistrici, delfini e orche e gli altri mostri del l’Oceano e del nostro mare, qualunque (mostro) tu hai o Nilo, qualunque ne annovera il mirabile Gange, questa sola bestia vi dà testimonianza. L’apertura della bocca e la costola dimostrano la vastità del rimanente corpo. Il mare toscano la gettò sul lido di Lucca nell’anno di salute 1495. Nicolao Tegrimi pose.»
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