Ilaria Maior di Marco Paoli

I più grandi poeti l’hanno lodato attraverso bellissime poesie, molto è stato scritto sul sarcofago di Ilaria del Carretto, moglie di Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430, ma l’accuratezza e la precisione con le quali il noto storico dell’arte lucchese Marco Paoli rivisita la storia del monumento, con tanti elementi e punti di riflessione, è preziosa e determinante.

Ilaria fu scelta a 24 anni, non più tanto giovane, per essere la seconda sposa del signore di Lucca: “se la scelta cadde su di lei, la sua bellezza ebbe certamente un peso” ipotizza Marco Paoli. E di bellezza se ne parla tanto in questo libro, interessante non solo dal punto di vista storico-artistico ma anche grazie alle foto che lo illustrano, precise e dettagliate, scelte dall’autore. Ci svela per esempio che oltre alle ragioni politiche e alla bellezza di Ilaria, ce n’è una molto più insolita, relativa alla devozione religiosa del signore di Lucca…

Paoli solleva tante domande a proposito dello sarcofago e delle influenze che avrebbero spinto Jacopo della Quercia verso la scelta delle sue decorazioni e spiega in che senso lo scultore “chiude con la tradizione dell’arte sepolcrale trecentesca italiana franco-fiamminga” e cosa crea al suo posto.

“Dieci piccoli guardiani del riposo di Ilaria che nessuno in tempi moderni, né a Lucca né altrove, aveva mai visto inseriti in un monumento”, ecco come l’autore descrive i putti reggifestoni che adornano i lati del sarcofago di Ilaria del Carretto, novità assoluta per l’epoca. Paoli rammenta che pure il grande Donatello si ispirerà in un primo tempo ad Ilaria per le sue opere fiorentine, il che non sarà il caso, invece, dello scultore lucchese Matteo Civitali.

La figura della defunta e gli ornamenti del sarcofago nonostante il monumento sarebbe stato quasi del tutto rovinato alla caduta del signore di Lucca furono risparmiati, scrive il Vasari, grazie alla loro bellezza. Marco Paoli scopre per noi quale possa essere vero o no in questa affermazione. Ci dà dei particolari sul vestito di Ilaria che non erano mai stati commentati fino ad ora, attraendo la nostra attenzione, per esempio, sulla fascia di stoffa che gira attorno ad ogni polso della defunta.

Oltre ad indagare sulle faccende dell’aspetto storico-artistico dell’opera, il libro ci fornisce delle informazioni importanti sulla società in cui nacque. Ci spiega per esempio quale grande amatore d’arte fu Paolo Guinigi e quanto influenzò i suoi concittadini ad avvicinarsi sempre di più “ai prodotti di alto artigianato per la casa e la persona”. Ci offre un passaggio molto interessante sulla controversa posizione della donna nella società dell’epoca nonché dei particolari divertenti e istruttivi a proposito del cane presente ai piedi della nobildonna.

Quanto al posto originario del monumento, Paoli sostiene la tesi che sia stato dall’inizio posizionato in cattedrale e ci spiega la sua teoria.

Il libro conclude con la descrizione delle “vicissitudini” subite dall’opera nel corso dei secoli, fino a quando l’intero monumento fu restituito alla città di Lucca nel 1887 per nostro grande piacere!

Ilaria Maior, copertina del libro
Marco Paoli, Ilaria Maior. Storia e alterna fortuna del capolavoro di Jacopo della Quercia nella Cattedrale di San Martino di Lucca. Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2016
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Isabelle Bruno

Condividere e trasmettere la sua passione per le bellezze artistiche è per lei un piacere infinito!