A 24 chilometri da Lucca presso Fornoli ci si imbatte in una curiosa costruzione del 1836: il Ponte delle Catene. Una piena del 1836 fece crollare il vecchio ponte, eretto, secondo la tradizione, da Castruccio Castracane, il valente e spietato condottiero lucchese che ai suoi tempi aveva fatto tremare tanti potenti Stati come Pisa, Siena e la stessa Firenze. Destino volle che in quel tragico anno crollasse il Ponte e molto più tardi fu fatto ricostruire dal saggio Carlo Lodovico che incaricò il famoso Lorenzo Nottolini di rimetterlo in piedi. Tutti i buoni lucchesi conoscono l’architetto per tutte sue preziose opere che ha lasciato in eredità nel territorio di Lucca.
Proprio qui il fiume Lima comincia a formare un’ansa mentre il verde s’infittisce sempre di più. Nessuno può immaginare che questo ponte è la porta che ci conduce in un luogo fiabesco per lungo tempo caduto nell’oblio e quindi dimenticato : uno scrigno di autentiche opere d’arte plasmate dalla Natura e dalla mano dell’uomo ci aspetta. Un luogo che si fa amare lentamente ed è doveroso addentrarsi in punta di piedi. Appena ci spingiamo in avanti echeggiano subito nelle nostre teste i versi scritti dal grande poeta tedesco romantico Heinrich Heine che in un solo mese di soggiorno esternò la sua pulsante euforia esaltato da tanta bellezza : “ Che splendore! Guardi gli alberi, le montagne e il cielo…..là sotto l’acqua sembra dipinta. Qui si diventa poeta..” .Egli trovò qui nuova linfa per raffinare la sua vena artistica. In tempi più recenti seppe rinnovare tali emozioni Eugenio Montale che nei suoi “ Ossi di Seppia “ declamò la bellezza dei platani e lo scorrere gorgogliante della Lima conferendo loro una dignità perduta nel tempo.

Un altro grande viaggiatore e filosofo francese Montaigne in tempi più remoti nel 1581 fu incantato da tanta meraviglia e vi soggiornò a lungo per coglierne la sua intima suggestività. Ancora oggi una lapide ricorda le celebrate virtù miracolose delle acque termali e in una epigrafe nel vestibolo di uno stabilimento si può ancora leggere. Il francese in uno stentato italiano scriveva: “ Darento del canale di questa fontana della Villa c’è un marmo dove sono scritte le virtù di questa fonte” .Oggi sappiamo che le cure non gli portarono alcun giovamento e se ne andò affetto e tormentato dalla calcolosi renale. Se si pensa che lo stabilimento era costituito allora da due tinozze comuni, una per gli uomini e una per le donne collocate sotto una volta piuttosto buia si comprende il disagio di tanti pazienti di allora. Ma col tempo le cose cambiarono e gli ammodernamenti degli stabilimenti attrassero sempre più frotte di persone in cerca di guarigioni mirabolanti. Infatti sorsero nuovi edifici e ville dei nuovi Signori come la Villa Ducale o Maurigi voluta con determinazione da Elisa Bonaparte . Anche qui una epigrafe ormai illeggibile ci dice che la principessa ne ordinò la costruzione nel 1811. Da allora in poi decine e decine di personaggi storici calpestarono il suolo di questo magnifico territorio : dalla madre di Napoleone , Letizia Ramolino famosa per la sua incallita tirchieria, alle seducenti Paolina Bonaparte e Josephine de Beauharnais che con la loro presenza dettero tanto lustro a questi luoghi rendendoli davvero unici e ancora più incantevoli. Sembra di vederle ancora oggi passeggiare disinvolte e sorridenti tra questi luoghi ameni.
Addirittura il burbero cancelliere Clemens von Metternich, l’uomo più potente del mondo ebbe a dire di questi luoghi stupefatto : “ Gli stabilimenti sono grandi e lussuosi e tutti ne sono incantati” . Bisogna dire che anche lui, l’uomo che voleva fermare la ruota della Storia, aveva in fondo in fondo un’anima. !
Ancora oggi l’ignaro visitatore viene colto da una certa solitudine e smarrimento nel girovagare in questa valle , ma se la giornata è appena soleggiata il paesaggio di colpo si copre di colori luminosi e dalle pendici dei monti le case sembrano brillare e scintillare come ai tempi del nostro Carducci che nei suoi versi diceva :” Tutto qui è fiamma e azzurro”
Per godere delle bellezze di questi spazi non è necessario sottoporsi alle cure spesso estenuanti dei Bagni, basta camminare senza meta per lunghi sentieri che attraversano la valle della Lima per sentirsi rigenerati nell’animo e nel corpo.
Come diceva Heine nei Reisebilder :” Il fascino della Valle sta soprattutto nel fatto che non è né troppo grande né troppo piccola e che l’anima di chi la guarda non ne viene sopraffatta, ma al contrario si unisce armonicamente al paesaggio che lo circonda “. Motivo di più per spingerci in questo Eden forgiato dalla Natura, uno spettacolo che ci ammalia e rapisce perdutamente.
Unica nota dolente , ma che non va dimenticata, la presenza di uno oscuro edificio risalente al 1944 dove i nazifascisti concentravano dopo i rastrellamenti gli ebrei per avviarli ai campi di sterminio. A testimoniare che l’Orrore e la Magnificenza spesso devono convivere e stare uno accanto all’altro. Un motivo di più per andare e riflettere sulla tragicità di un passato a noi vicino.

Sergio Puglisi

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