Questa volta vi racconto una favola che si è ripetuta nei secoli sempre uguale, ma il cui finale cambia per una volta ogni tanto.
Lucchesi, avete in mente la storia di Lucida Mansi? La bellissima marchesa che fece un patto con il diavolo?
Bene, sembra che nella Repubblica di Lucca ci fossero parecchi esempi di ricche ereditiere, belle, sagaci, capricciose, dai modi raffinati, intelligenti, prodighe o generose. Dunque non vi sorprenderete se oggi vi rinfresco la memoria con la storia della Santa di Badia di Cantignano. Chi? Ma la Veneranda Bianca Teresa Massei Bonvisi, vissuta nel XVII, risultato dalla congiunzione poco astrale e molto materiale di un matrimonio combinato tra una Guinigi ed un Bonvisi. Avete capito bene: non un matrimonio fra una lavandaia ed un fruttivendolo qualsiasi!
Non mi soffermerò a descrivere la vita privilegiata che costei ebbe sin da piccola fino al matrimonio e ben oltre. Figlia unica, ereditiera di un patrimonio immenso, sposò a 14 anni un innamoratissimo e gelosissimo Bonviso Bonvisi ed ebbe 7 figli di cui due morirono in tenera età.
Succede che all’età di 16 la figlia prediletta, bella come la madre, un bocciolo di rosa, gioia immensa dei suoi genitori si ammala di una malattia sconosciuta e siccome i soldi certe volte non cambiano il destino divino, ecco che muore lasciando i genitori straziati da un dolore incommensurabile.
La coppia per cercare di superare il tormento si mise in viaggio per visitare Roma, Napoli ed altre città.
Al ritorno, Bianca Teresa ricominciò a frequentare il bel mondo, ubriacandosi di feste ed inviti, cercando di dimenticare la perdita della figlia. Ma nulla riusciva ad annullare quel senso di vuoto e disperazione che ormai la tormentava notte e giorno. E fu così che si arrese alla volontà del Divino e si convertì lasciandosi dietro tutto.
Divenne una pia donna. Praticava giornalmente la penitenza, non lesinando il cilicio e la croce chiodata sul petto; recitava preghiere in ogni chiesa e si recava in ogni parrocchia per accudire poveri ed infermi.
Intraprese un altro lungo viaggio visitando Cortona per pregare S. Margherita, grande peccatrice convertita; andò in pellegrinaggio ad Assisi per venerare S. Francesco ed in fine scelse come ultima meta Loreto per ottenere protezione della Madre di Dio.
Al rientro scelse di vivere con il marito definitivamente nel Palazzo delle Cento Finestre. E’ proprio in questo periodo che Bonviso Bonvisi diede inizio ad onerosi e radicali lavori di trasformazione per rendere l’edificio una comoda dimora.
Bianca Teresa decise inoltre, in occasione del matrimonio del suo primogenito, di cedere tutti i suoi beni, palazzi, ville e fattorie ai propri figli lasciando per se e suo marito unicamente il Palazzo di Via Fillungo e appunto la proprietà di Badia di Cantignano. La nobildonna continuò la sua opera benefattrice non solo in città ma soprattutto a Badia di Cantignano dove visse ed nei borghi vicini, finchè non si ammalò definitivamente di tumore che sopportò stoicamente e con serenità fino alla fine.
Dispose di essere sepolta nella Chiesa di S. Maria Corteorlandini con i poveri e non nella Basilica di San Frediano dove la famiglia Bonvisi aveva la tomba di famiglia in una lussuosa cappella.
Il popolo la elesse Santa nonostante la beatificazione non andò mai avanti.
Il popolo che conosceva le sue virtù e l’immensa carità che aveva prodigato al suoi poveri ed infermi decise altrimenti.
VOX POPULI, VOX DEI.
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