Tra le 10 cose da fare a Lucca per conoscere un punto di vista insolito sicuramente va inserito un assaggio di China Massagli.
Potreste dunque iniziare a cercare i bar e le caffetterie dove poter trovare questo liquore ma quelli non sono i luoghi giusti dove guardare, perchè per assaggiare la famosa china Massagli bisogna entrare nell’omonima farmacia in Piazza San Michele.
“Oh, ma io ‘un son mi’a malato/a eh”. Te no, ma chi la beveva nel 1800 si. Questo infatti un tempo non era un liquore da bere per piacere o per digerire dopo un ricco pasto domenicale, bensì un rimedio contro la malaria. Si, era una medicina e dunque l’unico posto dover lo si poteva reperire era la farmacia Massagli. Perchè proprio e solo lì?
Facciamo un saltino indietro e andiamo nel 1855 in Piazza San Michele, nascosto nel retro della sua farmacia avremmo trovato il Dottor Massagli tutto intento a trovare a mischiare erbe medicinali. Voleva trovare un rimedio alla malaria che stava affliggendo i suoi tanti pazienti. Ed ecco che un giorno macerando la radice di Ginebona Officinalis, la corteccia di china e altre erbe officinali, alcune top secret, riuscì a produrre un’alternativa al chinino che si usava in questi casi. Aveva prodotto un liquore che aveva proprietà antimalariche e febbrifughe. Inutile dire che questo elisir rivoluzionò la vita dei lucchesi e il dottore riuscì a curare migliaia di pazienti.
Nel 1901 iniziò la commercializzazione e visse il momento di massimo splendore nel momento tra le due guerre, ma non è che oggi ce lo siamo scordato eh… Ha solo cambiato uso, la China Massagli oggi è un liquore godereccio, ma comunque dalle proprietà utilissime. Oggi infatti è considerato e usato come energetico, ma soprattutto come digestivo che rimette al mondo, apre le vie respiratorie e all’occasione resuscita i morti.
Non si scorda però la sua funzione iniziale e infatti in tante case lucchesi, specialmente in quelle delle persone di una certa età, la china Massagli è lì fedele al suo posto, su una mensola, pronta all’uso quando l’influenza fa capolino.
Giada Paolini
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