La storia siamo noi, ma la recente storia musicale italiana è Francesco De Gregori

«Accompagnarti per certi angoli del presente,
che fortunatamente diventeranno curve nella memoria.»

Recita così una delle canzoni più famose di Francesco De Gregori, Viaggi e miraggi. Ed è uno dei brani più rappresentativi della carriera del cantautore romano che ha fatto da colonna sonora italiana dagli anni ’70 fino ad oggi. Ed è proprio la memoria ciò su cui si basa il prossimo appuntamento live di De Gregori. Il nuovo tour si chiamerà infatti “Greatest Hits Live” e vedrà il cantautore portare alcuni dei suoi più grandi successi riarrangiati in chiave orchestrale in una scaletta che cambierà di serata in serata.

Il 30 giugno rivedremo De Gregori per la terza volta al Summer Festival, preceduto dalla data lucchese del Blues & Love Summer Tour di Noemi. Non è la prima volta al Summer per il cantautore che è stato già presente nella splendida cornice di Piazza Napoleone nell’edizione del 2002 insieme a un terzetto d’eccezione, Fiorella Mannoia, Ron e il compianto Pino Daniele, mentre la sua più recente performance al festival è del 2015 quando aprì il concerto di Bob Dylan, come a celebrare un sodalizio virtuale e una vicinanza compositiva inseguita da anni. L’occasione però non fece incontrare i due cantautori sul palco e non diede origine ad alcuna sperata collaborazione.

Francesco De Gregori è stato un cantautore che ha avuto una carriera interessante e soprattutto costellata da altri grandi della musica italiana. Tra le sue collaborazioni dei primi tempi ci sono Antonello Venditti con il quale progettò l’album Theorius Campus; Lucio Dalla e la loro storica tournée Banana Republic; Fabrizio De André con il quale compose alcune canzoni cantate poi da entrambi; Amedeo Minghi che proprio De Gregori lanciò grazie alla casa discografica con la quale collaborava a quel tempo; Ivan Graziani, Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Zucchero, Ivano Fossati, Franco Battiato, Nicola Piovani, Ron, Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Ligabue ed Elisa con i quali ha condiviso canzoni, tour, arrangiamenti, progetti.

Ma è con la carriera da solista che De Gregori ha raggiunto il vero grande successo. Forse quel Rimmel, disco criptico e poetico, di facili e profonde melodie a testi imperniati di amore, politica e quotidianità è uno dei dischi più belli e irripetibili nel panorama musicale italiano perché portò una grande prova di canzoni intime, con testi profondi quasi incomprensibili in certi passaggi destando grande clamore a chi era abituato all’anima folk e talvolta ironica del primo De Gregori. Ma il cantautore ha saputo mutare l’impatto sul suo pubblico più volte nel corso della sua vita musicale: avvicinandosi al rock negli anni ’90 o in qualche occasione alla canzone popolare, oppure traducendo canzoni di Bob Dylan e Leonard Cohen per trasformarle in canzoni personali e darne nuova vita in Italia.

Molti i grandi successi nella sua ampia discografia: il disco omonimo che contiene alcuni dei suoi più grandi successi come Generale, Renoir, Natale; Bufalo Bill che seppur il titolo richiami a certa cultura americana, è uno dei dischi più “italiani” della sua produzione; Amore nel pomeriggio, con punte altissime musicali come Il cuoco di Salò o la Canzone per l’estate incisa precedentemente da De Andrè e qui riarrangiata in una nuova versione o ancora i più recenti Sulla Strada e Calypsos.

Il concerto a Lucca del prossimo 30 giugno vedrà De Gregori portare i suoi più grandi successi adattati al suono sinfonico degli Gnu Quartet presenti insieme ai musicisti storici Guido Guglielminetti al basso, Paolo Giovenchi alla chitarra e Alessandro Valle alla chitarra elettrica.

Sarà l’occasione per sentire nuove versioni di Generale, La donna cannone, Rimmel, Pablo, La valigia dell’attore, La storia siamo noi, Buonanotte fiorellino e tante tante altre compagne della nostra recente storia italiana.

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