La Valle della Garfagnana, nella parte nord ovest di Lucca, apre un corridoio d’accesso verso le città di Modena (dal passo delle Radici) e Reggio Emilia (dal passo di Pradarena). Venuto da un piccolo borgo dall’altro lato dell’Appennino, Pietro da Talada è stato il maestro di Borsigliana. Ci ha lasciato delle pale d’altare pregiate e il capolavoro assoluto del ‘400 in Garfagnana: il trittico della «Madonna col Bambino, San Prospero e San Nicola di Bari» (cm 311 X 231) nella chiesa di Santa Maria Assunta a Borsigliana.

Nella parte centrale abbiamo la Madonna con in mano una rosa bianca senza spine (simbolo della purezza) è seduta e tiene nell’altro braccio il Bambino, tra San Prospero (padrone di Reggio Emilia) sulla sinistra e San Nicola di Bari (con tre palle d’oro in mano) sulla destra.
Nella predella (base del trittico) sono rappresentati i dodici Apostoli.
In alto, nelle cimase, al centro troviamo lo Spirito Santo con la colomba e Dio Padre circondato da Serafini, ai lati un’annunciazione: l’Arcangelo Gabriele a sinistra, e la Vergine Maria al momento dell’Annuncio dell’Incarnazione a destra.
Siamo all’epoca dei pastori, dei boschi di castagne, della transumanza: essi facevano parte della ricchezza di questi paesi che avevano bisogno della pace per sopravvivere. Dopo la grande peste del 1348, il crollo demografico in Garfagnana porta a una stima del numero di persone: circa 9000 al massimo secondo certi storici, la metà secondo altri. L’evento calamitoso provocò l’abbandono e il crollo delle chiese. Saranno dichiarate nel:
- 1357 Fatiscente e non agibile, la chiesa di Gallicano
- 1390 Abbandono di Santa Maria Assunta di Loppia
- 1396 Pieve Fosciana rinata e distrutta
L’opera di ricostruzione o restauro sarà guidata dai vescovi, non prima della seconda metà del 400, quando contese e combattimenti fra Firenze e Lucca si saranno placano, come le incertezze politiche. Infine nel 1467 Luca Stefano Trenta il vescovo di Lucca, esorta al restauro degli edifici sacri e degli arredi. Ordina di fare una pala per Borsigliana.
Nel periodo del dominio Estense in Garfagnana (dal 1429 in poi, Borsigliana in febbraio 1446), l’Appennino Tosco-Emiliano era un passaggio obbligato fra i due versanti. I viandanti, i pellegrini, i commercianti, le mandrie di pecore, capre e mucche percorrevano i territori della montagna. Questi borghi oggi dimenticati avevano la volontà di commissionare delle opere d’arte che illustrassero la loro fede, il loro desiderio di bellezza, la loro ricchezza. Territori poveri e isolati, abitati da individui definiti da Maurizio Maggiani «miserabili, universalmente giudicati caproni ignoranti e ottusi, che si consentono il lusso della gratuita meraviglia che genera nell’anima un’opera d’arte.». Le piccole comunità montane sobbarcavano grossi debiti da estinguere a lunghe scadenze, con pagamenti in più anni. Era segno di devozione e di stupore soprattutto quando il vescovo ne appoggiava la necessità come fece il Vescovo Trenta.
Databile negli anni settanta del ‘400, il trittico sarebbe posteriore a quello della chiesa di San Martino a Rocca Soraggio, una Madonna col Bambino unica opera dove ritroviamo il nome del pittore, quello del committente e la data: «hoc opus f… fieri Joannes Calesblarius de Soragio 1463- Et pictus fuit p. me Petrus de Talata».
Il trittico di Borsigliana è un’opera di altissimo livello, secondo gli storici dell’arte ne fa il protagonista indiscusso della pittura in Garfagnana nella seconda metà del Quattrocento.
Il trittico è eccezionale anche per la carpenteria quasi integra che lo incornicia. Dorata e policroma, essa è realizzata con elementi architettonici che riprendono dei moduli rinascimentali padani e toscani. Lo stemma che compare alla base delle paraste permette di riconoscere la famiglia nobile Reggiana, i Cosselli. Ricorda il dominio Estense in questa epoca, e che l’Appennino non era un confine.
Lo stile del Maestro di Borsigliana è chiaramente tardo gotico. Alcuni studiosi, prima del ritrovamento della data e del nome di Pietro da Talada attribuivano il trittico a Gentile da Fabriano (tra i più importanti esponenti del Gotico internazionale). Il periodo in cui è stato attivo, corrisponde al pieno Rinascimento a Firenze. Brunelleschi, Ghiberti, Masaccio, Donatello, Filippo Lippi, Luca Della Robbia, Andrea Mantegna, Piero della Francesca hanno dato il via a questa nuova corrente che stravolge l’Europa intera. A Ferrara la corte di Lionello d’Este, poi di Borso d’Este, accoglie i due maggiori pittori Cosmé Tura e Francesco del Cossa che rielaborano le influenze Fiorentine, Fiamminghe e Donatelliane. Fra i due maggiori movimenti Pietro da Talada sceglie di proseguire sulla via del Gotico. La sua pittura rimane provincialmente fissata verso le tecniche e lo stile che piace a questi borghi montani. Riprende il modello dei nielli di Maso Finiguerra, a cui era attribuita la pace niellata dell’Incoronazione che è al Bargello, usa delle sagome per le sue vergini e lavora attentamente i colori: oro, lacca, robbia (radici che producono il rosso), lapislazzuli. La sua è una pittura altamente religiosa e dignitosa. Un caso certamente interessante perché lega con grande efficacia due periodi fondamentali dell’arte, il gotico internazionale e il rinascimento dei qui influssi utilizza il minimo indispensabile.
Dove trovare le opere di Pietro da Talada?
Barga: chiesa di San Francesco «Madonna col Bambino», un tempo attribuita al maestro di Borsigliana, è oggi attribuita a Baldassare di Biagio pittore Lucchese di origine e cultura fiorentina.
Capraia di Pieve Fosciana: Chiesa di Santa Maria, pala della «Madonna col bambino che impara a leggere con un sillabario», San Cristoforo e Giuseppe (i santi sono più tardivi, 600/700). In un’ancona barocca.
Corfino: Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso, polittico «Madonna col Bambino in trono, San Lorenzo e San Giovanni Battista».
Borsigliana: (capolavoro il più interessante), Chiesa di Santa Maria Assunta, il «trittico della Madonna col figlio e i santi Nicola e Prospero».
Rocca Soraggio di Sillano: Chiesa di San Rocco, opera lignea del Volto Santo (XIII), qui si trovava un trittico con la Madonna in trono, una rosa in mano e con il Bambino, un San Giovanni Battista entrambi oggi al museo Guinigi di Lucca.
Camporgiano: (Vitoio per la precizione): Chiesa di Santa Maria Assunta, al centro statua marmorea del 500, ai lati i dipinti Sant’Antonio di Padova, San Pietro, San Giovanni Evangelista, San Domenico.
Esiste un grande polittico visibile a Stazzema (in Alta Versilia) nella Chiesa di Santa Maria Assunta, rappresenta la «Vergine Assunta che dona la santa cintura a San Tommaso in presenza degli apostoli».
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