Le Mitiche donne di Lucca: Elisa Bonturi Gemignani, moglie di Giacomo Puccini

Nel 1930, decedeva a Milano, all’età di 70 anni, Elvira Bonturi, vedova di Giacomo Puccini.
Era sopravvissuta per soli sei anni al marito, che aveva profondamente amato.
Settant’anni vissuti intensamente.

Il suo primo amore fu Narciso Gemignani, un commerciante di Lucca, facoltoso, bell’uomo, ma un po’ troppo incline alle pulsioni della carne, che coltivava in giro per il mondo, nel corso dei troppo frequenti “viaggi d’affari”. Da lui ebbe due figli: Fosca e Renato.
Fu il marito a consigliarle di prendere lezioni di piano da un suo carissimo amico fino dai tempi della scuola: il maestro Giacomo Puccini, un musicista promettente, ma giovanissimo e squattrinato.
Si sarebbe fatta opera meritoria, aiutandolo.

«Galeotto fu quel pianoforte e chi lo suonò».
Giacomo ed Elvira si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra e ben presto questo amore dette i suoi frutti. Quando nel 1885, Elvira non poté più nascondere il lievitare della pancia, fuggì da Lucca con il suo amante, portandosi dietro Fosca la bambina più grande.

La romantica fuga di Giacomo ed Elvira.
Fu uno scandalo, per una città piccola e pettegola come Lucca. Si diceva  che Narciso si sarebbe vendicato, per cui i due amanti tennero a lungo segreto il loro indirizzo.
Si stabilirono a Monza, dove nacque il figlio della loro colpa: Antonio.
Anni più tardi Giacomo, scrivendo ad Elvira, le ricordava il freddo che avevano sofferto in quella città e come ogni sera dormivano tutti e quattro nello stesso letto per riscaldarsi.

E poi ci furono i primi successi del marito ed i primi soldi che consentirono alla raminga famiglia una vita normale. Nuovi successi ed altri soldi che permisero alla coppia di acquistare dimore principesche: fra queste, la villa a Torre del Lago.

Le tante storie d’amore del Maestro
Prima ci fu l’episodio di Corinna, una ragazza che aveva la metà degli anni di Giacomo, incontrata durante la recita di una sua opera. Quella che fu, sul principio, considerata una insignificante avventura, durò infatti tre anni, fino a un incidente di automobile che immobilizzò il maestro.
Poi ci fu l’orribile vicenda nel 1905 della Doria Manfredi, ragazza addetta alle pulizie alla casa, la quale si suicidò non sopportando che il suo nome fosse infangato da pesanti accuse che Elvira diffondeva in tutto il paese ingannata dalla figlia Fosca. Questa ultima sorpresa da Doria al letto con il librettista di Puccini pur essendo entrambi sposati fece credere a sua madre dell’esistenza di una relazione fra Doria e Puccini. Elvira non sopportando questa situazione diffamò la giovane Doria che si avvelenò. Fu attribuito questo gesto estremo  alla insana gelosia di Elvira, per cui fu avviato un processo per calunnia seguito da una condanna.
Poi ci fu l’avventura con Giulia Manfredi, cugina di Doria che lavorava nel bar di fronte alla villa di Torre del Lago e modello della “Fanciulla del West». È molto probabile che nel 1920 andò a Pisa per partorire di un figlio di Puccini.

Poi finalmente ci fu la possibilità per Elvira, alla morte del primo marito, Narciso Gemignani,  di regolare l’unione con il maestro Puccini. Finalmente il 3 gennaio 1904, i due poterono sposarsi.

Ebbe così termine il rapporto di coppia di fatto, ma non le intraprendenze del Maestro con il gentil sesso, che finirono per acuire la gelosia di Elvira.
Verso il 1920, parve subentrare un periodo di tranquillità nel loro rapporto, tanto che i due sembrarono una coppia affiatata e felice. Il destino però non voleva che ciò durasse ed Elvira dovette assistere, inerte, alla morte del marito avvenuta il 29 novembre 1924.

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Capitato a Barga dopo una vita piena passata fra Marsiglia e Parigi, ho masticato libri, monumenti e opere d’arte con passione e piacere. Punto di arrivo e di partenza, per me il lavoro di guida turistica mi permette di mettere insieme le cose che mi fanno stare bene. Mi relaziono con gente da qualsiasi parte della pianeta, a patto che parlino francese o italiano. Collego la storia, l’archeologia o l’arte col territorio, senza dimenticare l’enogastronomia e la cultura italiana.