The Greater Viareggio

Non molti sanno che quella che noi comunemente chiamiamo Londra, sarebbe in realtà la Greater London, perché la vera Londra sarebbe in teoria la piccolissima City of London, o semplicemente City, che oggi è semplicemente uno dei 32 boroughs (quartieri) della metropoli inglese.

Moltissime città, anche di dimensioni assai più contenute rispetto alla capitale britannica, hanno seguito un percorso simile vedendosi accorpare i villaggi che la crescita urbanistica aveva di fatto già provveduto a divorare. È il caso, ad esempio, della vicina Genova, dove fa uno strano effetto vedere pittoreschi borghi quali Nervi o Pegli, incastrati in un continuo edilizio che alterna periferia ed ex centri storici.

Eppure, esiste un luogo al mondo nel quale questo processo, che non è altro che un ovvio riconoscimento “politico” di una conurbazione che nei fatti è già esistente, trova ostacoli insormontabili: la Toscana, terra di campanilismi e rivalità. Ed ecco quindi che Intorno a Lucca esistono i comuni di Capannori e Porcari, indistinguibili nella distesa ormai totalmente urbanizzata della Piana; e Scandicci e Sesto Fiorentino non sono quartieri di Firenze, come potrebbe apparire al visitatore, ma veri e propri comuni autonomi.

La Versilia si presenta come un’unica conurbazione urbana (vista aerea di Google Maps)

In Toscana, addirittura, esiste un luogo dove avviene il processo inverso: la Versilia. Chi si trovasse a guardare Google Maps, noterebbe che la Versilia (intesa nel senso attuale, cioè la somma di Versilia Storica e la Riviera Lucchese, da Forte dei Marmi e Torre del Lago) è di fatto un’unica città, salvo -forse- Stazzema.

Invece, in questa breve striscia di terra, esistono ben sette comuni autonomi: Forte dei Marmi (distaccatosi da Pietrasanta nel 1914), Seravezza, Stazzema, Pietrasanta, Camaiore, Massarosa (distaccatasi da Viareggio nel 1870) e Viareggio.

Stiava

E le spinte “indipendentiste” non sono finite qui: a Lido di Camaiore si parla in questi giorni di autonomia, mentre a Torre del Lago Puccini, ci sono stati già ben due referendum sul tema. Il primo, il 27 e 28 giugno 1988 con la partecipazione ei soli abitanti della frazione che per l’82,30% si espresse a favore della separazione. Il secondo invece, svoltosi il 12 e 13 giugno 2004, esteso a tutti gli abitanti del comune, che si espressero al 40,73% per il sì ed al 59,27% per il no (affluenza fu del 66,26%) In entrambi i casi la richiesta fu quindi respinta, ma la frazione ottenne alcune attribuzioni particolari su urbanistica, edilizia privata, commercio e polizia amministrativa, parchi e giardini, ordinaria manutenzione-cantiere circoscrizionale.

Quando Viareggio nacque, o meglio quando Lucca elevò quella che considerava la sua marina, al rango di Vicaria, il 10 marzo 1671, gli assegnò quasi tutti i territori che oggi costituiscono le frazioni del comune di Massarosa, ovvero le colline “alla vista del mare e de’ cenni della Torre: Bozzano, Corsanico, Pieve a Elici, Mommio, Montigiano, Stiava, Bargecchia, Massaciuccoli, Chiatri, Rotaio e Torre del Lago”. Il piccolo villaggio crebbe e il 30 giugno 1701 raggiunse lo status di Comunità. Il 5 marzo 1801, Lucca gli cedette i villaggi di Gualdo e Massarosa, separandoli dal Capitolato di San Martino.

Quando, il 7 giugno del 1820, Viareggio venne dichiarata Città, il suo territorio comprendeva Corsanico, Gualdo, Massarosa, Massaciuccoli, Mommio, Montignoso, Pedona, Pieve a Elici, Quiesa, Stiava e Torre del Lago.

La città cresceva in quegli anni a ritmi vertiginosi. Divenne un centro marinaro e cantieristico di importanza internazionale, e cominciò un rapido sviluppo del turismo balneare. I primi stabilimenti balneari marittimi d’Italia, e tra i primissimi d’Europa, sono quelli aperti a Viareggio nel 1823. Forse per questo, la città si dimenticò del suo hinterland rurale.

Così, a metà del XIX secolo, nacque un movimento popolare tra gli abitanti delle frazioni dell’entroterra mirato alla costituzione di un proprio comune, capitanato da Cosimo Pellegrini, che procedette anche alla raccolta di firme e alla preparazione dei documenti da presentare alle autorità.

Il 17 marzo 1867 la proposta fu presentata ufficialmente al Ministero dell’Interno e quindi trasmessa dal Prefetto a sindaco, Giacomo Cinquini, il 3 aprile. Viareggio prese tempo e non discusse subito la proposta in Consiglio Comunale, nonostante i solleciti della prefettura, suscitando le ire dei proponenti che il 23 luglio 1867 depositarono una protesta formale contro il primo cittadino.

Messo alle strette, il Consiglio Comunale deliberò quindi la nomina d’una apposita commissione che dopo vari mesi, il 20 marzo 1868 rilasciò parere favorevole alla secessione, successivamente ratificata dal consiglio il 22 aprile.

Le colline di Massarosa

A seguito di questi atti, con Regio Decreto del 18 dicembre 1869, si sancì la nascita del Comune di Massarosa, con effetto dal 1° maggio 1870 e prime elezioni il 15 dello stesso mese. In realtà, l’esatta definizione dei confini e la spartizione dei beni patrimoniali si protrasse fino al 1878.

Viareggio si trovò in breve tempo a corto di spazi da dedicare alla sua crescita e riprovò quindi a riconquistare i territori perduti.

Il podestà Luigi Leonzi, il 28 marzo 1927, al prefetto di Lucca la richiesta di accorpare a Viareggio le “zone marine dei Comuni di Camaiore e di Pietrasanta e l’intero territorio del Comune di Forte dei Marmi” e le “frazioni di Stiava, Corsanico, Bargecchia e Mommio“. In tale lettera si legge che “Le spiagge limitrofe di Camaiore, di Pietrasanta e di Forte dei Marmi costituiscono l’appendice naturale di Viareggio, da cui traggono vita e impulso, ma non hanno servizi pubblici adeguati; sono prive di reti stradali e di comodi mezzi di accesso, mancano di scuole, difettano di teatri o di locali di divertimento pubblico, non hanno servizio di acqua potabile onde la colonia bagnante e la popolazione stabile di queste zone marine necessariamente fanno capo a Viareggio, che attualmente provvede ad ogni loro occorrenza. L’aggregazione a Viareggio delle frazioni di Stiava, Bargecchia, Corsanico, e Mommio, che già gli appartennero e che costituiscono il suo immediato entroterra collinoso è necessaria perché la produzione agricola, le maestranze operaie ed ogni altra forma di attività di queste frazioni converge esclusivamente a Viareggio; nella frazione di Stiava esiste la zona imbrifera alimentante le sorgenti del civico acquedotto di Viareggio e servente ai più svariati bisogni igienici; in quelle località soltanto potrebbe essere creato il cimitero suburbano di Viareggio, togliendolo dalla zona di espansione edilizia in cui si è trovato racchiuso e che per insufficienza territoriale del Comune non è possibile collocare altrove”.

La bonifica tra Viareggio e Massarosa

La richiesta non fu accolta, ma è interessante notare che costituisce l’embrione di un’idea che sarebbe tornata decenni dopo: quella del cosiddetto “comune unico” della Versilia. Purtroppo, anche questa, nonostante il forte supporto di influenti personaggi come il senatore Giovanni Pieraccini, naufragarono nel mare magnum del campanilismo toscano.

Eppure, avere la Città di Versilia (o comunque la si voglia chiamare), sarebbe una grande semplificazione e razionalizzazione della gestione e pianificazione del territorio e dei servizi, rendendo più agevoli progetti quali il tram della Versilia.

Prima o poi la storia farà il suo corso, la mentalità si ammodernerà e anche Viareggio si trasformerà in una “Greater Viareggio” ma, per ora, deve continuare a rimpiangere le sue frazioni perdute.

Lorenzo Viani, Contadino (xilografia su carta, cm. 185×30)
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Gabriele Levantini nasce a Viareggio il 10 aprile 1985. Chimico per lavoro e scrittore per passione, dal 2017 gestisce il sito Il Giardino Sulla Spiaggia. Seguimi sul mio blog: https://ilgiardinosullaspiaggia.wordpress.com