Escursione all’Acquedotto del Nottolini

Oltre alla fotografia, mia grande passione, nutro anche l’amore per la natura e per l’escursionismo. Per fortuna, Il territorio lucchese è pieno di meraviglie e luoghi da esplorare e dove poter fare trekking ed escursioni.

Uno di questi luoghi, forse uno dei più belli di tutto il nostro territorio sono le Parole d’Oro, ovvero il luogo dove nasce l’acquedotto del Nottolini, che fino a non troppo tempo fa’ dava acqua alla nostra città.

Le Parole d’Oro sono un luogo bellissimo e facilmente raggiungibile da tutti parcheggiando poco prima di San Quirico. Infatti è un luogo dove sono già stato in passato per passare una giornata all’aria aperta ma non ne ho mai esplorato i dintorni. Quindi, quando qualche tempo fa’, precisamente il 18 Febbraio 2020, ho trovato su facebook un’escursione guidata organizzata da una guida di Pisa, e dalla sua organizzazione Azimut-treks che proponeva di raggiungere proprio le Parole d’Oro partendo dal centro di Lucca, ho contattato gli organizzatori e mi sono aggregato.

Il luogo di ritrovo è appena fuori il centro di Lucca, precisamente in via del Tempieto ovvero dove termina ufficialmente l’acquedotto del Nottolini e vi è una fontana dalla quale molti cittadini riempiono i propri fiaschi per poterla bere a casa. Siamo una quindicina di persone di tutte le età e dopo una breve introduzione sulla giornata che sarà la seguente: Parteremo da Lucca, arriveremo alle Parole d’Oro seguendo l’acquedotto, saliremo fino alla Gallonzora, dove pranzeremo, scenderemo a Vorno per poi riprendere l’acquedotto e rientrare a Lucca, partiamo con un passo comodo e piacevole.

Giulio, la guida, fa un paio di soste lungo l’acquedotto per raccontarcene le peculiarità, ma soprattutto si sofferma sul Canale dell’Ozzeri – Ora anonimo fosso, un tempo ha coperto un ruolo molto importante, svuotando il lago di Sesto (o lago della Gherardesca) e mettendolo in comunicazione con il Serchio ed il canale di Macinaggio, rendendo tutta l’area del Monte Pisano, circumnavigabile tramite barca.

Ripartiamo arricchiti dalle spiegazioni ed estasiati dal paesaggio. La struttura dell’acquedotto incornicia il paesaggio che ci circonda, fatto di piccoli agglomerati che un tempo erano fattorie, sulla sinistra e destra, e con il bellissimo Monte Pisano che, letteralmente, cresce difronte a noi, mentre i nostri passi ci avvicinano ad esso.

Il percorso taglia le strade che conosciamo e che percorriamo quotidianamente in macchina, come la provinciale del lungo monte, ma viverle da questa prospettiva, lentamente, aggiunge un altro sapore al nostro territorio.

La parte rettilinea termina al tempietto alle pendici del monte. Questa struttura aveva le funzioni di decantazione e regolamentazione dell’acqua prima che partisse per la città. Da li, cominciamo a camminare, letteralmente sopra l’acquedotto verso le parole d’Oro. Questo tratto mi è completamente nuovo, visto che ho sempre parcheggiato in fondo alla strada di accesso del parco, ed è onestamente bellissimo. I pochi metri di elevazione che abbiamo guadagno ci permettono di vedere tutto l’acquedotto, la città di Lucca e dietro di le Pizzorne e le Apuane.

Sempre seguendo l’acquedotto, ora interrato, lasciamo il fianco del monte per addentrarci nella valle delle Parole d’Oro. Ma che cosa sono di preciso le Parole d’Oro?

Le Parole d’Oro sono un luogo, sono una scritta su un ponte, ed è tutto l’insieme di regimentazioni delle acque che dà vita all’acquedotto del Nottolini. Il nome, proviene da una scritta, ripassata in pittura d’orata che si, può leggere sul primo ponte che si incontra salendo la valle.

Tutta la struttura è un composta da un canale, che incide come una vena di una foglia la valle, sezionato da briglie (salti di pendenza) che fanno parte del sistema di troppo pieno dell’acquedotto. Ovvero tutta la valle è un enorme raccoglitore di acque, sia sorgive che piovane, quando i canali interni dell’acquedotto raggiungono la massima capienza, le acque in eccesso si riversano nel canale centrale, dandogli vita.

Giulio ci racconta tutto questo mentre esploriamo questo spazio, risalendo la valle che è perfettamente manutenuta. L’ambientazione è veramente lontana e quasi esotica. Il verde e le strutture in roccia ricordano più un immaginario sud americano che quello nazionale.

Con queste sensazioni nel cuore raggiungiamo la fine della valle che si chiude fino all’imbocco di un bosco. Da lì, la valle diventa sentiero, e comincia a guadagnare dislivello gradualmente. Il sentiero attraversa ambienti diversi, da quelli tipici degli ambienti umidi, fino alla macchia e a le pinete di pino marittimo.

Emergiamo da questo bosco in località “La Gallonzora”, un piccolo colle che sovrasta Vorno e che guarda a Lucca, da lì una piccola e ripida salita ci porta fino alla cima di questo colle dove è posizionato, un osservatorio Astronomico. Da quel punto alto si hanno panorami su tutta la piana di Lucca, la città stessa, della quale ora possiamo vedere duomo e le sue torri e nuovamente, di tutto l’acquedotto.

Dopo una breve pausa pranzo riprendiamo il cammino, in discesa questa volta, verso la valle di Vorno e l’omonimo paesino. Ora la bellezza che ci circonda è quella tipica delle campagne lucchesi: Ville, gardini curati e le chiuse, le tipiche mura che distinguono le ville della Lucchesia da quelle di altri luoghi.

Scendiamo su comode strade fino al centro del paesino di Vorno, con la sua pieve romanica. Vorno, ci racconta Giulio, è un paese unico con una storia ben più grande di quello che ci si aspetti: E’ stato uno dei primi paesi in Italia, ad organizzarsi in comune (un’assemblea che decideva delle cose in comune e per il bene comune della comunità), ha ospitato Felice Matteucci, inventore non riconosciuto del motore a combustione interna, ed era il polo industriale medievale delle Lavandaie di Lucca.

Oltre questo, era un luogo residenziale estivo per i nobili lucchesi, a Vorno infatti si contano più di 15 stupende ville che possono essere visitate con il circuito delle ville.

La guida ci conduce su sentieri non segnati che corrono lungo ruscelli, sotto ponti ed in mezzo hai campi. Passiamo difronte a ville stupende e piccole fattorie, finché non siamo alla periferia di Guamo, dove una strada ci riporta all’inizio dell’acquedotto che ripercorriamo a ritroso.

Siamo stanchi ma soddisfatti, abbiamo fatto circa 15km e 250m di dislivello, ed abbiamo ri-scoperto a passo lento un luogo straordinario del nostro territorio.
Per chi fosse interessato all’escursione può trovare info qui: https://www.azimut-treks.it/escursione-acquedotto-nottolini

The following two tabs change content below.

Pietro Merlitti

Ultimi post di Pietro Merlitti (vedi tutti)