Farneta e la sua Chiesa

Del paese di Farneta e della sua chiesa non abbiamo documenti scritti, ma presenta un archivio parrocchiale storico molto ricco ed alcuni documenti risalgono al 1577.

Grazie alla collaborazione del Parroco Don Marek e del paesano, ormai memoria storica di Farneta, Annibale Presenti, siamo riusciti a raccogliere alcune note molto interessanti.
Tra le fonti più rilevanti possiamo citare lo “Stato d’Anime” del 1577. Sfogliando queste “Bacchette” notiamo che nel 1750 gli abitanti di Farneta erano 164, mentre nel 1875 le famiglie erano 55 per un totale di 344 anime; le persone “a Comunione”, invece, risultavano 236. Nel 1883 la situazione è poco diversa, segnalando però che 17 sono i parrocchiani all’estero. Nello stesso anno ci sono in arrivo pastori da Gorfigliano ed in particolare la famiglia di un certo Berti Raffaele e figli.

Già dal 1821 la Chiesa festeggia il 10 agosto il suo patrono, S. Lorenzo, ricordato anche nel dipinto della parte destra dell’Abside, raffigurato accanto alla “Graticola”.
Infatti, durante tale notte, tante persone si fermano ad osservare le stelle cadenti. La notte è anche associata al passaggio dello sciame meteorico delle Perseidi, fenomeno chiamato anche lacrime di San Lorenzo, evocativo dei carboni ardenti su cui il Santo venne martirizzato.
Il fenomeno è ricordato nella poesia “X Agosto”, di Giovanni Pascoli.

La “Compagnia”, invece, è dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano.
Nel lato sinistro della Chiesa è pure presente un quadro che li raffigura.
Sempre a proposito della Compagnia, dall’Archivio risulta che fu fondata nel 1877, mentre già dal 1640, la Rettoria di Farneta, (da ricordare che anche Farneta era con la Pieve di Arliano), nonostante ciò, ha raggiunto una certa autonomia perché una parte delle offerte dei parrocchiani restano in paese.

San Rocco viene festeggiato il 16 agosto come in altre parti della Lucchesia, (da ricordare S. Rocco in Turrite, dove ogni anno fanno festa in grande). Il Santo è stato un pellegrino e taumaturgo francese, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. È stato invocato, a partire dal Medioevo, come protettore dal terribile flagello della peste, tanto è vero che secondo un recente studio, nel 2020, tante persone gli hanno fatto appello per essere protette dal Covid. Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi, alle epidemie e alle malattie gravissime.
Nella modernità è un esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato.

Di San Sebastiano, invece, sappiamo che era un militare romano, martire per aver sostenuto la fede cristiana e venerato come santo dalla Chiesa Cattolica. Era un cristiano e, quando questo fu scoperto dall’imperatore Diocleziano, venne condannato a morte, anche per il fatto che convertiva i pagani al Cristianesimo. Fu legato ad un palo in un sito del Colle Palatino, spogliato e trafitto da frecce in ogni parte del corpo. I soldati lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo, affinché delle sue carni potessero cibarsi le bestie selvatiche. In realtà era ancora vivo e Santa Irene di Roma, che andò a recuperarne il corpo a fini di sepoltura, lo trasportò nella sua dimora sul Palatino e lo curò dalle ferite che riportava. Il Santo riprese la sua conversione dei pagani al cristianesimo, ma poi venne flagellato a morte e gettato nella Cloaca Maxima. Fu, infine, sepolto nelle Catacombe sulla Via Appia.

Dal libro della Compagnia abbiamo che nel 1883 fu eletto priore Luigi Morgantini, (cognome ancora in voga a Farneta, come lo sono tuttora i Coturri, i Presenti, i Manfredi, i Paolini e altri ancora); nella Compagnia venivano eletti pure il camerlengo, ed almeno due o quattro Festaioli.

Ai primi del 1900 Farneta raggiunse la “Libertà” e si affrancò dalla Pieve, come le altre Cappelle della zona. Ma una cosa molto importante è divenuto l’Organo che si trova nella parte ovest della Chiesa, proprio sopra l’ingresso. Detto strumento, restaurato nel 2015 dall’organaro Ghilardi di Lucca, ha raggiunto la notorietà in quanto lì ha studiato e suonato il Maestro Giacomo Puccini, che tra l’altro ha firmato la sua presenza proprio scrivendo sullo strumento la sua partecipazione, (24/25 dicembre 1879).

Come si sa Puccini aveva anche una sua residenza a Chiatri, ed in Fontaula, sulla Via delle Valli Lunghe, aveva una Capanna (Tirasotto) dove teneva ricoverata una carrozza rurale e forse un cavallo da tiro, e cambiava cavallo e calesse per raggiungere Chiatri dalla via campestre abbastanza impervia. Questa via e la sua capanna sono in disuso e proprio la via è impercorribile proprio dal punto della capanna, ahimè diroccata e abbandonata.
Detta via è chiusa e sarebbe auspicabile che sia la Capanna di scambio che la via fossero ripristinate, magari la strada, solo per un percorso pedonale molto suggestivo, in modo da poter raggiungere Chiatri come una volta.
Avere Puccini in zona e non approfittare di questo “Passaggio” è veramente una cosa che non dà molta soddisfazione.
L’Oltreserchio, oltre ad avere le Pievi, la Certosa e il Castello di Nozzano, avrebbe così anche il Suo Puccini.

Nella Chiesa ci sono molte cose di un certo pregio: dal Fonte battesimale, al quadro dei menzionati Santi Rocco e Sebastiano; sull’Altare un Crocifisso in legno donato dai Certosini; nell’Abside il già detto S. Lorenzo.

Nell’archivio abbiamo una Madonna con Bambino di altissimo pregio, vari Ostensori in argento, come pure un turibolo e reliquiari, come pure “Carte Glorie”.
È presente pure una specie di forziere in legno in cui, con una serie di contrappesi, venivano fatti scendere in un locale sotterraneo, completamente ermetico, i vari oggetti di valore.
In sacrestia, nascosta da una tenda, si trovano la statua di San Rocco, un confessionale, ed altri mobili antichi per arredi sacri.

Anche Farneta aveva fino a qualche anno fa i suoi campanari, ora sostituiti come quasi in tutte le chiese da campane elettrificate.
Dal piazzale antistante la chiesa, dal lato sud-est, è possibile godere lo spettacolo che si presenta davanti al bel Complesso architettonico quale è la Certosa di Farneta.

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Anna Romani

Mi chiamo Anna Romani, ho 29 anni e vivo a Lucca. Sono laureata in Scienze del Turismo e, da due anni e mezzo, ho il Patentino di Guida Turistica.

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