In ricordo di Mario Tobino. La chiusura dell’ex Manicomio di Maggiano

A più di trentanni dalla scomparsa di Mario Tobino vogliamo qui ricordare la fulgida carriera di un grande psichiatra, medico e scrittore che dedico’ tutta la sua vita alla sofferenza “ dell’anima “ come lui sempre la definiva nella sua sterminata letteratura dedicata alla malattia mentale. Suo malgrado nel 1978 dovette chiudere il Manicomio di Maggiano collocato a circa 20 chilometri da Lucca, convertito poi in Ospedale psichiatrico dalle Legge 431 del 1968 . In una famosa intervista rilasciata negli anni ottanta, prima del suo definitivo ritiro dalla attività tanto preziosa per i malati, asseriva che si sentiva uno sconfitto di fronte alle nuove idee che avanzavano e senza mai menzionare il suo diretto “rivale” di Gorizia Franco Basaglia , fautore del superamento totale della struttura manicomiale, ormai ritenuta obsoleta e non adatta ai tempi , disse che anche lui avrebbe accettato la nuova legge 180 del 1978 che disponeva la chiusura totale dei manicomi in Italia.

Fra le righe della sua intervista si capiva benissimo che non era assolutamente d’accordo con questa legge che avrebbe lasciato i “malati di mente” o meglio i”matti”, come lui li soleva chiamare, in balia di stessi, senza più un punto di riferimento dove curarsi , un centro dove recarsi e poter esternare il loro delirio.

Furono anni molto difficili per Mario Tobino , soprattutto amareggiato per non essere mai stato ascoltato non compreso dai nuovi legislatori che appoggiarono in toto il Medico di Gorizia secondo il quale la “malattia mentale era” frutto della oppressione capitalistica della società “ che colpiva per lo più i più poveri e i più deboli della società contadina dell’epoca come erano i reclusi a Maggiano. “ Questi reprobi” provenivano per lo più dalla Garfagnana, all’epoca regione abitata da tante famiglie rurali che a fine ottocento emigrarono in America senza più fare ritorno. Basaglia risentiva molto di quella ideologia del tempo, frutto della contestazione in atto e della cultura dell ‘ ‘antiautoritarismo tanto in voga in quegli anni : è la società autoritaria che crea le proprie vittime, a partire dalla famiglia, dalla fabbrica alle Istituzioni fino all’università. L’assunto era:” Solo liberandoci dai lacci autoritari della società potremo creare degli uomini liberi “ Sembra di leggere i pamphlets di Herbert Marcuse che negli anni ’70 tuonava contro ogni forma istituzionalizzata del potere.

E’ vero i manicomi dell’epoca erano dei veri e propri lager dove i malati di mente subivano ogni sorta di maltrattamento e di isolamento, veri derelitti della società che li escludeva totalmente dalla vita reale e soprattutto dai legami affettivi. Tutti si volevano liberare di loro, anche nelle famiglie più benestanti, dall’incomoda presenza di una persona ritenuta “ pericolosa” dalla legge e per garantire la propria incolumità decidevano di internarli in luoghi orrendi che non davano scampo, e non prevedevano nessun tipo di riabilitazione o di recupero dalle patologie di cui soffrivano : non c’era per loro nessuna prospettiva , nessun futuro, ne’ via d’uscita. Ma da quando Mario Tobino prese servizio nel lontano 1952 tante cose cambiarono all’interno della struttura manicomiale e il lager cessò di essere un lager, un luogo di detenzione perche’ seppe e volle entrare in totale empatia con il malato immergendosi nel loro disagio psichico.: nell’ abisso delle loro allucinazioni, delle loro ossessioni, manie e farneticazioni di ogni genere e decise di abbandonare tutte le vecchie terapie come l’elettroshock , l’inoculazione dell’insulina, la camicia di forza per i più pericolosi, conseguendo anche buoni risultati da punto di vista terapeutico. Certo la maggior parte non ne ebbe alcun vantaggio, ma molti si sentirono compresi dalla capacità di comunicazione di Tobino che sfruttando al massimo le sue doti di scrittore e poeta sapeva entrare dritto nell’animo del paziente che acquistava sempre più fiducia in lui e di conseguenza in se stesso e nei suoi metodi, da molti considerati viziati da paternalismo. Non si trattava né di paternalismo né di commiserazione del loro stato mentale, ma di una vera condivisione e comprensione del calvario senza di questi reietti della società. Solo un letterato come lui poteva scandagliare l’animo umano così profondamente riuscendo a volte a ridare una speranza a chi l’aveva perduta per sempre. Basterebbe leggere solo alcune pagine di un suo famoso libro “Per le antiche scale” pubblicato nel ’72 per capire quale fosse il suo grado di comprensione dell’alienazione umana , un affresco magistrale e una descrizione esauriente delle condizioni di vita e del disagio psichico degli internati di Maggiano. Ogni suo libro fa risaltare le sue qualità di medico e le sue competenze in materia , non pensò mai al ”malato” in modo romantico o compassionale, ma seppe fare una descrizione minuta del disagio mentale come mai nessuno era riuscito a fare prima di allora.. Forse anche lo stesso Basaglia dentro di sé, si rendeva conto che non si poteva affidare una persona tanto disturbata a un semplice Presidio psichiatrico come prevedeva la legge 180 o riportarlo alla famiglia di origine per restituirgli la sua identità di uomo , pensando di liberarlo dalla sua alienazione.

Tobino stesso di fronte al progredire delle moderne cure psichiatriche che prevedevano l’uso dei psicofarmaci, scoperti quasi per caso nella Francia del dopoguerra , avanzava dei seri dubbi sull’efficacia di tali prodotti. Li considerava al pari della camicia di forza , perche’ imbrigliavano la malattia , la comprimevano, con la supponenza di poterla quasi sconfiggere. Finalmente la scienza aveva trovato un rimedio efficace, per debellare “la follia”, e per molti fu ritenuta una via salutare per combattere ogni forma di alienazione, : i pazienti si sentivano sicuramente più sollevati e alcuni riuscivano a parlare col medico dei loro deliri che albergavano nelle loro teste.

Ma Tobino fu sempre molto scettico di fronte a tali trattamenti e pensava solo che era un escamotage per dare sollievo alla sofferenza e al dolore. E’ indubbio che la Moderna medicina si sia molto sviluppata negli ultimi decenni apportando grandi novità nell’uso dei psicofarmaci che oggi vengono utilizzati anche per prevenire degenerazioni nella malattia mentale e che oltre a sedare il paziente, riescono a dargli più equilibrio e tranquillità interiore, ma la discussione rimane ancora molto aperta , contenendo la “la follia” a livelli accettabili.

Mario Tobino, vero pioniere della Psichiatria moderna, avrebbe voluto riconvertire i manicomi in strutture stabili dove i cosiddetti “matti” avrebbero potuti essere seguiti giorno per giorno da specialisti, da medici e da infermieri ben preparati e qualificati e da un personale attento che avrebbe potuto supportare “ i dannati della terra” quotidianamente senza abbandonarli alle famiglie che spesso non erano e non sono attrezzati ad affrontare dei compiti superiori alle loro stesse capacità e di intervenire cosi’ in modo efficace. Lo stesso Vittorio Andreoli ha espresso molti dubbi sulla validità degli attuali Presidi psichiatrici , alle volte cosi’ sovraccaricati di compiti che a stento riescono a fornire solo le cure di base basate per lo più sull’amministrazione di psicofarmaci e nulla più. Se pensiamo solo per un momento alle Rsa o case di riposo dove tanti anziani vengono seguiti singolarmente nelle loro patologie da esperti medici e infermieri, perchè non si potrebbe fare la stessa cosa per i cosiddetti “ malati di mente”, li si chiami come si vuole.?. Una cosa è certa: Mario Tobino passo’ 40 anni della sua carriera dedicandola a queste persone sfortunate e derelitte e 35 dentro il Manicomio di Maggiano dove visse con i suoi “matti” condividendo giorno per giorno le loro sofferenze e il loro dolore , descritte nei suoi magnifici libri e chi oggi voglia visitare tale struttura, appena metterà piede all’interno dell’ex Manicomio verrà preso dal panico, e gli si gelerà il sangue vedendo le decadenti strutture murarie che ci ricordano le indicibile e strazianti storie di cui egli ci ha voluto lasciare una indelebile testimonianza. : l’Umanesimo deve prevalere sempre sullo scienziato in ogni momento della sua carriera .Non è il sapere medico e tecnologico che fa dell’uomo un Medico, bensi’ la sua umanità e il suo sapersi calare totalmente nel disagio dell’altro .Questo è il messaggio che ci ha voluto lasciare da conservare nella nostra memoria.

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Sergio Puglisi

Mi chiamo Sergio Puglisi e sono una guida abilitata su Lucca da moltissimi anni. Dato che fin da ragazzo amavo il territorio della Lucchesia ho cominciato decantarla con alcuni articoli che spero vi piaceranno.Vi aspetto tutti con l'animo che hanno tutti i bambini quando osservano il mondo senza pregiudizi.Sono abilitato in tedesco, inglese. spagnolo e francese.