La rocca, il poeta e il cavaliere

A guardia dell’accesso principale di Castelnuovo Garfagnana, considerato il “cuore verde della Garfagnana”, si impone la rocca Ariostesca; da secoli emblema del capoluogo, cela segreti e pensieri dello straordinario scrittore Ludovico Ariosto.

Il “poeta sognatore”, conosciuto soprattutto per l’opera L’Orlando Furioso (1516; 1521; 1532 edizione definitiva), era nativo di Reggio Emilia; nobile da parte di madre e di tradizione militare da parte del padre, noto comandante dell’ esercito estense, preferì la letteratura agli studi di giurisprudenza.

A causa di vicende luttuose di famiglia, Ludovico fu costretto a lavorare come capitano della Rocca di Canossa alle dirette dipendenze del cardinale Ippolito d’Este; presso questa lungimirante corte rinascimentale, ebbe modo di dimostrare le sue doti diplomatiche e, contemporaneamente, cominciò a scrivere opere teatrali (Cassaria, Suppositi).

C’era una volta il re romantico, Stefano Mancini

Il successivo impiego, presso il duca Alfonso D’Este, lo portò in Garfagnana dal 1522 al 1525; il suo ufficio-quartier generale fu proprio la rocca che, fortunatamente, possiamo ammirare ancora oggi. Ludovico, in realtà non amò questa “terra di briganti”, come egli soleva chiamarla; oltretutto i suoi sforzi per mettere in prigione i ladri della zona finivano puntualmente in dispiaceri e sconcerto quando il Duca liberava, in un atto di magnanimità, i malfattori faticosamente inseguiti e acciuffati dai soldati inviati dall’Ariosto.

All’ “Ariosto militare” si antepose sempre di più l’ “Ariosto poeta”, intellettuale e scrittore molto raffinato nella composizione.
Quello che visse e che ha fatto vivere con la sua arte, è stato un universo fantastico in cui Orlando perse il senno e Astolfo corse a recuperarlo sulla luna e dove esisteva un misterioso Palazzo di Atlante, in cui ognuno credeva di vedere quel che stava cercando e si perdeva alla sua ricerca… una vera e propria visione onirica del mondo reale, politico e civile.

La scrittura e l’immaginazione, in questo modo, hanno donato ad Ariosto i mezzi per fuggire dalla schiavitù del lavoro e dalle contraddizioni, che spesso contestava usando l’ironia, della società dell’epoca.

L’evasione attraverso l’impiego del sogno e della fantasia è un tema attuale anche nell’arte contemporanea.

Con il cuore per amore, Stefano Mancini

Lo stesso artista Stefano Mancini utilizza una rappresentazione onirica coloratissima per creare i suoi cavalieri i quali, non a caso, sembrano usciti da un poema ariostesco: lasciando libera la mente, l’autore incontra la dimensione bambina e fanciullesca che ci accompagna in un mondo fiabesco, proiettandoci in racconti incantati di personaggi virtuosi senza macchia e senza paura e, al contempo, rappresentando metaforicamente e in modo satirico la commedia umana.

Ecco quasi crearsi un ponte temporale che dall’epica di Ludovico Ariosto arriva ai nostri giorni, incontrando i cavalieri di Stefano Mancini; per questo, proprio agli amanti della storia e della letteratura, consiglio di andare a vedere le opere di Mancini: il suo mondo di personaggi animati vi proporrà un cavaliere in sella al suo fido destriero, come Orlando, che combatte con la lancia in una giostra medievale e, alla stregua dell’eroe antico, sarà l’amore a spingerlo nell’impresa, come dimostra un cuore rosso, non a caso, in rilievo.

Per chi volesse fare un giro turistico a Castelnuovo Garfagnana riscoprendo la rocca Ariostesca: Elena 340 612 84 85

Le opere di Stefano Mancini sono esposte nella galleria d’arte Boite en valise Arte, in via del Battistero 54 a Lucca e potrete apprezzarle anche sul catalogo on line: https://www.boite-en-valise.it/stefano-mancini/

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Elena Benvenuti

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