Via del Campo, c’è una puttana
Gli occhi grandi color di foglia
Se di amarla ti vien la voglia
Basta prenderla per la mano
E ti sembra di andar lontano
Lei ti guarda con un sorriso
Non credevi che il paradiso
Fosse solo lì al primo piano
[Via del Campo, F. de André]
Anche Lucca durante i secoli ha avuto la sua via del Campo, solo che portava un altro nome.
Più che di una via potremmo parlare di veri e propri quartieri, sì, perché nascosta sotto uno strato di memoria che solo in pochi vogliono spolverare si nasconde una Lucca a luci rosse. E per andarla a trovare bisogna davvero scavare a fondo, perché, come dice lo scrittore viareggino Cesare Garboli, Lucca più della morte teme gli scandali.
Lucca e la prostituzione hanno una lunga storia di amore e odio alle spalle e potrebbe essere benissimo riassunta con il verso della canzone Disco music del gruppo Elio e le Storie Tese, che scimmiottando Mina, canta: io ti amo poi ti odio poi ti amo poi ti odio e poi ti apprezzo.
Questi infatti sono i sentimenti che la città, dal 1300 circa, ha provato per il mestiere più antico del mondo.
Ecco perché con il passare del tempo il quartiere della lussuria lo troviamo più o meno vicino al centro della città.
Se nel 1500 le case chiuse sono principalmente nella zona della “cuoiaria”, conosciuta oggi come “pelleria”, all’inizio del 1900 sono da tutt’altra parte: si trovano in via della Dogana, non lontana dal Duomo.
All’inizio del XX secolo infatti in quella piccola via non uno, non due, bensì tre bordelli allietano o infastidiscono (a seconda che si fosse un frequentatore o un dirimpettaio) la vita non solo notturna della zona.
“Da Nuccia”, “I tre scalini” e forse il più evocativo “la Maison des oiseaux” (la casa degli uccelli) si spartivano i clienti in base a quanto questi potessero permettersi di spendere. Infatti il Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzione, autorizzato da Cavour, divise i bordelli in tre classi in base proprio a quanto si doveva pagare per accedervi: infimo (terza classe), medio (seconda classe) e alto (prima classe).
A Lucca esisteva però una categoria a parte. Girato l’angolo di via della Dogana si trovava una casa chiusa che con le precedenti classi non aveva niente a che spartire: in quell’angolo di felicità maschile era situato il meglio del meglio, il top di gamma, il non plus ultra.
Lì dove oggi si trova l’hotel San Martino e Diana, fino all’applicazione della legge Merlin sorgeva il Primavera, il bordello di lusso per eccellenza: bello, riccamente arredato ed elegante, proprio come i suoi clienti.
Ma di questo avremo occasione di parlare durante il tour Lucca a Luci Rosse.

Giada Paolini

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