Sotto l’altare della Chiesa di San Michele in Foro è conservato il sarcofago del pellegrino San Davino.
Il Santo era nativo dell’Armenia e, avendo saputo che i beni terreni erano inutili, lì distribuì ai poveri e si mise in cammino per compiere il suo pellegrinaggio.
Iniziò con il Santo Sepolcro di Gerusalemme e rimase in meditazione e preghiera nel luogo in cui furono deposte le spoglie mortali di Cristo dopo la Crocifissione. A seguire si recò verso la Roma dell’anno 1000, con lo scopo di onorare l’Apostolo Pietro ed effettuare riverenza verso la Veronica, un telo con cui la pia donna asciugo il volto di Gesù dal sudore e dal sangue.
Come ultima tappa del suo pellegrinaggio, il Santo si diresse verso Santiago de Compostela, ma non riuscì a raggiungere la meta perché si fermò a Lucca. Malato, dopo essere stato ferito al capo durante il percorso, venne ricoverato in un piccolo ospedale vicino a San Michele in Foro; successivamente presso la casa di una ricca vedova, Atha.
A Lucca, San Davino, mostrò soprattutto la gioia paziente con cui visse malattia e sofferenze.
Morì il 3 giugno dell’anno 1050 e venne sepolto nel cimitero vicino alla Chiesa di San Michele. Il 3 settembre 1592 le sue reliquie furono sistemate sopra l’Altare Maggiore e, nel 1656, vennero esposte ai fedeli. Il 3 giugno di ogni anno, questi ultimi, accorrono a venerare il Santo.
Si racconta che dopo la morte, alcune persone tentarono di appropriarsi del corpo per allontanarlo dal cimitero di San Michele, ma San Davino si oppose. Esattamente provarono a tirarlo per il dito medio che si ritirò, motivo per cui sarebbe rimasto piegato. Il suo braccio è ancora rigido perché lui non voleva riposare per sempre in San Michele in Foro.
Al Santo è stato intitolato anche un pellegrinaio nei pressi della Chiesa di San Leonardo in Borghi.
Anna Romani
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