Il misterioso laghetto di Montramito

“Che pace pescare al tramonto in questo laghetto azzurro, circondato dal verde!” Pensai sonnecchioso sorseggiando la mia birra.

Il laghetto di Montramito, quieto, si stendeva davanti a me. Guardando il sole che si abbassava lentamente, mentre un leggero venticello mi accarezzava, non avrei mai detto di essere proprio al di là del confine esterno di Viareggio, in una zona ormai piuttosto urbanizzata.

Ex castello della Gulfa
Ex castello della Gulfa

Quello che può sembrare uno dei tanti laghetti artificiali di pesca sportiva, noto anche come “Pruniccio 2”, a uno sguardo più attento rivela subito le sue particolarità.
Margini netti e sabbiosi, acqua fredda e profondissima e un colore intenso, questo specchio d’acqua è di origine naturale e si origina dalle acque piovane che, infiltratesi nel gruppo di sorgenti dei Monti Prana e Pedona, percorrono un lungo cammino sotterraneo fatto di rocce impermeabili, fratture e faglie per poi risalire infine in superficie.

Sono circa 170 i litri d’acqua ricca di zolfo e fortemente mineralizzata che ogni secondo alimentano questo lago, di cui 70 litri in superficie, e i restanti direttamente nelle profondità dello stesso. Altri canali sotterranei in uscita ne mantengono il livello in equilibrio. A causa di questo, pare che nel lago siano presenti correnti pericolose e nessuno, nemmeno in passato, era solito nuotare qui.

Una delle sorgenti

Negli anni ’70 i sommozzatori si immersero alla ricerca del corpo di un ragazzo scomparso, ma non riuscirono a trovarlo. Scoprirono però che in certi punti la profondità era tale da rendere impossibile arrivare al fondo.

Queste caratteristiche naturalistiche rendono il luogo adatto alla vita delle trote, nonostante si trovi in pianura, e a ridosso dalla palude d Massaciuccoli e richiederebbero, un miglior livello di tutela e di promozione.

Particolare della sponda
Particolare della sponda

Ma i misteri non si limitano all’origine geologica del laghetto: anche la sua storia è avvolta nella leggenda.
Un tempo usato, come riserva idrica del vicino Castello degli Ubaldi, posto sul colle della Gulfa, pare che precedentemente al suo posto ci fosse un monastero. Intorno all’anno Mille i monaci questuanti che lo popolavano, abbandonarono il loro austero stile di vita e cominciarono ad accumulare grandi ricchezze, abbandonandosi al lusso e alla cupidigia. i
Il Papa in persona intervenne per richiamare i religiosi, ma senza successo. Così, una notte, una voragine si aprì inghiottendo l’intero edificio. Al mattino seguente i viandanti videro un lago dove prima si ergeva il monastero. Pare che in certi momenti le sue arcate siano ancora visibili attraverso le fredde acque del lago.

Penso a questa leggenda e sorrido per la fantasia dei nostri avi. Finisco la birra e comincio a mettere via la canna da pesca. La giornata scivola, le luci cominciano ad accendersi su questa terra di Versilia, così magica, così piena di storia in ogni angolo.

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Gabriele Levantini nasce a Viareggio il 10 aprile 1985. Chimico per lavoro e scrittore per passione, dal 2017 gestisce il sito Il Giardino Sulla Spiaggia. Seguimi sul mio blog: https://ilgiardinosullaspiaggia.wordpress.com