Se ci facciamo caso, tante cose nella nostra Garfagnana sono uniche e meravigliose e proprio perché sono sempre sotto i nostri occhi che le apprezziamo poco. Ad esempio, il monte Forato forse è unico nel suo genere. In passato era chiamato anche Penna o Pania Forata e si trova, nonostante che sia ritenuto anche patrimonio garfagnino, interamente nel comune di Stazzema (Versilia).
La geologia freddamente ci dice che l’arco è naturale e cominciò a formarsi circa 220 milioni di anni fa e che la causa di ciò è dovuta dall’erosione di acqua e vento sulla roccia calcarea.
Il monte ha una campata di 32 metri e lo spessore della roccia che forma l’arco è circa 8 metri mentre l’altezza è di 12 metri. Si tratta di una montagna che fa parte della catena toscana delle Alpi Apuane, nella provincia di Lucca, che ha una particolarità: un grande buco centrale che permette, a chi si avventura sulla cima del monte, di osservare il panorama da un punto di vista inconsueto.
Molto caratteristico è il doppio tramonto che in determinate giornate dell’anno si può osservare da diversi paesi della Garfagnana. Infatti il sole in giorni precisi dell’anno tramonta allineandosi sul foro del monte Forato. Si ha, così, l’effetto di un doppio tramonto.
Da sempre ha attirato scienziati, escursionisti e curiosi. Inoltre ha stimolato la fantasia popolare nella creazione di storie e di leggende sull’origine del foro stesso. A proposito di ciò si racconta che un giorno San Pellegrino venne tentato dal diavolo a Bocca di Fornello (antico valico del sentiero tra Garfagnana e Frignano) mentre era intento a costruire una grande croce di faggio che voleva sistemare bene in vista sulla vetta dell’Alpe.
Dapprima si manifestò in un drago spaventoso con viscide squame e narici infuocate, poi lo stesso drago si trasformò in un’affascinante fanciulla che tentò di sedurre il santo, ma San Pellegrino rimase tranquillo per niente turbato dalla presenza di quelle strane creature di cui conosceva bene la natura e l’intento.
Il diavolo decise allora di presentarsi di persona sotto il suo terribile aspetto e quando si trovò di fronte a San Pellegrino gli diede un bello schiaffo, che lo fece girare tre volte su se stesso e farlo poi cadere a terra tramortito.
L’eremita ,ormai stanco delle angherie del diavolo, si alzò e ricambiò il ceffone con un altro più energico, che fece attraversare al diavolo tutta la valle del Serchio, mandandolo a sbattere contro le Panie, trapassandole da parte a parte. L’impatto dette così origine a quella bizzarra apertura nella montagna oggi conosciuta come il monte Forato.
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