“Buono da leccarsi i baffi!”, sentendo questa frase chiunque pensa a un gatto soddisfatto che si sta ripulendo muso e baffi dopo un delizioso pasto.
La cosa che di solito colpisce nel vedere un micio intento nella toeletta, è la lunghezza e lucentezza delle sue vibrisse (così si chiamano infatti i suoi baffi) che non hanno solo una funzione estetica: sono in realtà veri e propri organi tattili.
Non ci crederete ma Lucca è legata al mondo felino, indissolubilmente.
L’emblema della città è infatti una pantera.
La pantera, con le sue magnifiche vibrisse, rappresenta la città all’incirca dal XIV secolo.
Basti pensare alle pantere che reggono lo stemma di Lucca nelle due nicchie di decorazione della Porta Santa Maria a nord della città risalenti al 1593.
O ancora la famosa Pantera Lucchese, antecedente alle sculture in pietra di Porta Santa Maria, ritrovata per un caso fortuito in Chiasso Barletti e conservata all’interno del Museo Nazionale di Villa Guinigi, rappresenta un felino – in realtà un leone privo dell’originale rivestimento policromo – che artiglia un uomo di chiesa.
Tuttavia una reale rappresentazione storica delle vibrisse proviene sempre dal Museo Nazionale di Villa Guinigi ed è presente nella riproduzione della magnetica pantera nera dipinta da Paolo Guidotti nella tela dal titolo Allegoria della libertà lucchese del 1611.
Paolo Guidotti realizzò questa grande tela per la Sala del Consiglio del Palazzo Pubblico di Lucca.
Si tratta di un’opera complessa e potente che, ancora oggi, affascina e incuriosisce l’osservatore.
La Libertà è rappresentata come una bellissima donna, sontuosamente vestita, che siede, con piglio risoluto, sul trono.
Sul petto ricade un medaglione raffigurante la Madonna dei Miracoli, immagine sacra cittadina di cui i lucchesi erano ferventi devoti nei secoli scorsi.
Sottomette con un piede una figura femminile nuda e coronata, interpretata talvolta come l’Eresia, talvolta come la Tirannide.
La donna è circondata da una schiera di personaggi con le spade sguainate pronti a difenderla.
In alto campeggiano San Pietro e San Paolino, i due santi protettori di Lucca, a testimoniare un impegno della Chiesa, sia spirituale che temporale, nel proteggere l’autonomia cittadina.
Ai suoi piedi campeggiano due figure maschili che rappresentano i due ceti che costituivano le colonne portanti della società lucchese: i mercanti (a sinistra) e gli artigiani (a destra), ovvero chi produceva e vendeva stoffe, la merce preziosa che garantiva alla città ricchezza e prestigio europeo.
L’elegante bambino che affianca il mercante regge i ‘bussoli’, contenitori utilizzati per le votazioni del governo cittadino (a significare che erano i mercanti a governare la città) mentre il bambino, che affianca l’artigiano, impugna alcuni strumenti utilizzati per la tessitura.
In basso troviamo quattro fanciulli: due in primo piano, separati dallo stemma cittadino, si apprestano a fare dono a Lucca, rappresentata appunto dalla pantera emblema della città, della loro devozione (cuore) e di ricchezze (vassoio ricolmo di monete d’oro e gioielli); gli altri due, alle loro spalle, sorreggono le insegne degli Asburgo.
La Repubblica lucchese, infatti, all’epoca corrispondeva una somma di denaro alla Cassa imperiale in cambio di protezione.
Ma non è finita qui: le vibrisse lucchesi si sono affermate anche tra gli amanti dei Comics!
Si, proprio così: sull’account Instagram di Lucca Comics & Games scopriamo che il britannico Karl Kopinski, maestro dell’illustrazione fantasy – molto conosciuto nel mondo delle carte collezionabili – durante le sue vacanze lucchesi tenutesi in occasione del noto evento di fine ottobre, è rimasto colpito da un simpatico felino che ha poi ritratto su una carta di Magic di The Gathering, nominata Pridemalkin.
Ve lo dicevo o no che i gatti e i loro simpatici baffetti sono molto presenti a Lucca?
E proprio per questo non li troviamo solo nella storia e negli eventi importanti della città ma sono addirittura un vero “animale guida” per un’attività specifica del centro storico.
Non ci credete?
In via San Girolamo troviamo l’Art Studio Vibrisse, un laboratorio artistico che sui baffi del gatto ha basato la sua produzione.
Si tratta di oggetti unici ispirati dal mondo animale realizzati in tiratura limitata.
La brillante Ilaria Peranzi ha dato vita a un magico mondo fatto di pietre dure, argenti e materie innovative esposti in un nuovissimo allestimento in cui i gatti fanno da re: orecchini, bracciali, pendenti, collane e molto altro è dedicato al mondo felino.
Ilaria è inoltre una maestra nella realizzazione di gioielli con ingranaggi di vecchi orologi, meccanismi perfetti per un look davvero moderno.
Per tutti gli appassionati di animali (e dell’artigianato artistico) un caldo invito a visitare Art Studio Vibrisse!
Che dire: e pensare che nel Medioevo il gatto era un animale terribile associato a streghe e diavoli… di strada ne ha fatta!
Elena Benvenuti
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