Spinetta Malaspina: l’orgoglio lunigiano al servizio del suo ego

Questa storia nasce da un incontro inaspettato in uno dei musei più rinomati di tutto il mondo occidentale: Girovagando per il Victoria And Albert Museum di Londra, molti nostri connazionali si sono imbattuti in un monumento che a prima vista appare inaspettato, un monumento funebre con cavaliere e angeli, con materiali e stili tecnici che portano all’Italia Rinascimentale, un prodotto artistico presente ovunque nei più grandi musei del mondo.

Monumento funebre di Spinetta Malaspina

Ma ad una visione più accurata dell’opera, siamo sicuri che la maggior parte dei visitatori è rimasta incredula nel leggere nella breve scheda di presentazione dell’opera che essa venne dedicata in data postuma alla morte dalla famiglia del cavaliere, un signore medievale proveniente da una delle zone più affascinanti di tutta la Toscana: La Lunigiana.

Raccontiamo allora la storia di Spinetta Malaspina, all’interno di uno scenario storico più vicino al Trono di Spade di quanto non lo si possa immaginare.

Siamo sugli albori del 1300, e la Toscana, così come l’intera penisola italiana, sta vivendo il suo periodo d’oro,un Tardo Medioevo che la stava rendendo ricchissima, tanto da attirare re e principi da ogni punto del continente europeo per ricavare denaro o aiuti per i loro scopi. Firenze e Siena facevano la voce grossa, trovandosi nello scacchiere politico dell’epoca,quello della lotta tra il Papa e l’Imperatore Germanico, in ruoli fondamentali per il proseguire della lotta, e questo condizionava anche le realtà delle città vicine come Pisa e Lucca, così come le varie terre e contee di confine, e per questo il nostro occhio si dirige verso la Lunigiana, precisamente nel castello di Fosdinovo, centro delle azioni dello Spinetta.

Spinetta faceva parte della famiglia dei Malaspina,che dai primi del IX secolo governavano le terre dell’estremo nord toscano, stretti tra le montagne appenniniche e la costa ligure,una terra di passaggio fondamentale per i suoi valichi montani che collegavano Lombardia e Toscana.
Per Spinetta non esisteva alcun obbligo di alleanza eterno con le vicine città di Pisa,Firenze o Lucca,non v’era certezza di lealtà verso i partiti imperiali o papali, contava solo appoggiare il contendente politico e militare più forte nel momento, solo per accrescere nuovi domini in Lunigiana e Garfagnana, nonché acquisire prestigio e titoli di dominio assoluto sulle città che controllava senza alcun diritto nobiliare riconosciuto.

Spinetta Malaspina

Oggi verrebbe definito come un bieco opportunista, capace di ogni nefandezza pur di risultare dalla parte del vincitore, guardando più al suo futuro che a quello della sua terra,ma al tempo personaggi come Spinetta erano comuni nello scacchiere italiano, dove un giorno eri di un colore politico, e il giorno dopo potevi essere esiliato dall’altro colore,per poi in seguito ritornare in città e ripetere questo gioco all’infinito. Lucca e Pisa negli anni di Spinetta vissero queste traballanti vicende politiche, che resero scaltro il potente signore Lunigiano grazie alla sua rinomata capacità diplomatica e militare.

Siamo nell’epoca dove i governi delle città sono retti da Podestà esclusivamente stranieri o forestieri,gli eserciti reclutati via patti privati tra signori della guerra girovaghi oppure potenti baroni locali, e l’io tenta continuamente di governare il noi, cavalcandolo o affrontandolo. Quindi per l’epoca Spinetta Malaspina è solo un forte condottiere militare e un colto parlatore,che farà per decenni da cavaliere di corte a Cangrande della Scala, signore di Verona.

Curiosità: lo sapevate che sia Spinetta e Cangrande, alleati e amici di lunga data, furono accomunati dal fatto di aver ospitato nei loro castelli l’esule Dante Alighieri, in fuga da Firenze?

Il suo percorso politico però vide la forte contrapposizione con Castruccio Castracani, diventando Signore incontrastato di Lucca, la cui lotta per il controllo dei vari castelli della Garfagnana fu infinita, dalle molte sconfitte sul campo, alle varie fughe in Verona dall’amico Cangrande per servirlo in altre azioni, fino all’alleanza con la lontana e nemica Firenze, che era a lui avversa nel pensiero politico, ma per Spinetta si poteva rinnegare pure le sue idee politiche pur di battere quel condottiero in Lucca che lo sconfiggeva con abilita, e lo faceva di continuo scappare dalla terra natia per anni.

Castruccio Castracani

Solamente con la morte repentina di Castracani, lo Spinetta si rese conto di avere campo libero nella conquista dell sue terre natie, costruendo imponenti castelli, esempio ne è ancora oggi Fosdinovo, acquisendo per decreto imperiale e ufficiale il titolo inequivocabile di signore e marchese della città e delle terre limitrofe sul Magra.

La sua vita politica e militare si chiuse solo con la morte, sopraggiunta nel 1352 nel suo immenso castello di Fosdinovo, senza alcun figlio a cui lasciare le terre da lui controllate; purtroppo la guerra e la politica prese il controllo degli interessi dello scaltro lunigiano, così si vide costretto a tramandare le sue terre ai figli del fratello Azzolino Malaspina.
Questo a dimostrazione di come la vita di Spinetta sin dalla giovine età si fosse basata sul mito dell’uomo al potere e vincitore in ogni occasione, non curante della vita sociale o degli aspetti quotidiani, visti come segnali di debolezza in una società così crudele e scaltra come lui sapeva di vivere.

Domini Castracani e Malaspina

Ci potremmo chiedere perchè la sua tomba si trova a Londra e non nelle terre dell’amata Fosdinovo:in realtà nel suo testamento lasciò detto di voler essere seppellito nel suo castello. Ma a quanto pare, fino ad oggi non esiste la certezza del luogo della sepoltura, anche se recenti studi indicano possibile la presenza della tomba in quel di Fosdinovo, accanto alla fortezza della Verrucola, in uno spazio nel quale vi era, prima che un terremoto la distruggesse, la chiesa di Santa Margherita. Rimane solo quel monumento celebrativo dei nipoti dello Spinetta, il cenotafio posto ai tempi nella chiesa di San Giovanni in Sacco in quel di Verona, città dove Spinetta aveva lasciato varie proprietà costruite o comprate ai tempi dei suoi lunghi servigi alla corte veronese. Quella chiesa però venne demolita nel 1518, e quel monumento divenne allora oggetto di collezioni private in giro per l’Europa, finché nel 1887 venne acquisito dal Victoria and Albert Museum in Londra,dove lo potrete trovare tutt’oggi.

Ecco che siamo riusciti a raccontare la storia inedita di un monumento dedicato ad un personaggio particolare, nemico un giorno ed amico nell’altro, capace di portare la sua fama fino ai musei Londinesi partendo dalla piccola Lunigiana, in un Medioevo complicatissimo da leggere, che a questo punto meglio smetterla di lamentarsi della intricata e lunga trama del Trono di Spade.

Quella del Trono della Toscana le fa un baffo.

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Gianluca Rossi

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