Forse non tutti sanno che a pochi passi da Lucca e da Viareggio esiste una vera e propria perla dell’archeologia: la Villa dei Venulei.
Dalla Pieve di San Lorenzo, infatti, si ha una splendida vista sui resti di questo complesso monumentale disposto su più terrazze e affacciato sullo splendido paesaggio lacustre del lago di Massaciuccoli.
La Villa dei Venulei ripresa dall’alto come mostra il sito www.lucca360.it
La famiglia dei Venulei
La famiglia etrusca Venuleia, originaria di Pisa Alfea, entrò a far parte della nobiltà romana nel secolo I a.C.
Guido Migliorati in “Iscrizioni per la ricostruzione storica dell’impero romano: da Marco Aurelio a Comodo” (Milano, 2011), così la ricorda: “(..) provenienti dunque dall’Etruria, i Venulei facevano già parte forse dal I secolo a.C. dell’elite romana: infatti una Venuleia divenne moglie di Publio Licinio Crasso, console nel 97 a.C. e padre del futuro triumviro [Marco Licinio Crasso, sposato con Cecilia Metella, che nel 71 a.C. aveva soffocato la rivolta degli schiavi capeggiata da Spartaco e nel 60 a.C. aveva costituito il primo triumvirato con Cesare e Pompeo]. “

Ancor più interessante, però, è che i Venulei furono praetor Etruriae per ben cinque volte: si trattava del sommo magistrato federale che presiedeva la confederazione dei popoli etruschi, una lega politico-religiosa che esisteva in epoca arcaica (pre-romana) e che ancora sopravviveva in epoca romana imperiale.
Questo incarico, tipicamente etrusco, era di straordinario valore e sottintendeva quanto fosse estesa l’influenza dei Venulei sull’intera area centrale dell’Italia.
Addirittura, fino al 1953 esisteva a Roma una “via dei Venulei” in Pago Triopio, al III miglio della Appia antica, nei pressi della villa di Erode Attico e del circo Massenzio.
Insomma, aver stabilito proprio alle pendici del monte Aquilata, dove oggi risiede la Pieve di San Lorenzo, una delle sue dimore, significava per i Venulei mostrare non solo il rango sociale ma anche l’opulenza raggiunta con la commercializzazione e realizzazione di laterizi.
Una vera e propria villa dell’ozio quella di Massaciuccoli, dove avrebbero potuto riposarsi e ristorarsi dai viaggi tra Pisa e Roma, godendosi di uno scenario naturale davvero invidiabile.
Le terme sul lago
Realizzata a cavallo tra il I sec. a. C. e I d.C. , vicino allo snodo importante dei percorsi romani di Massaciuccoli che collegavano le province di Lucca , Pisa e il porto di Luni, la villa aveva tutti i comfort e si trovava vicino alle vie di terra e alle vie d’acqua.

La pianura bonificata circostante il lago di Massaciuccoli era in origine interamente coperta da zone palustri, formate dalle antiche foci del Serchio. I terreni palustri residui, localizzati a nord del lago, sono ancora oggi di ampiezza rilevante (quasi doppia rispetto alla superficie dello specchio d’acqua principale).
Il bacino era conosciuto già in epoca romana, come si rileva dalla Tabula Peutingeriana (ovvero una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero romano), come lago delle Fosse Papiriane.
Le Fosse Papiriane sono una zona costiera, così denominata in età romana, compresa da Viareggio a Massa, caratterizzata da ampie aree paludose.
Esse comprendevano anche l’attuale Lago di Massaciuccoli, e tutto il litorale che si estende dal lago sino a Marina di Massa.
Nella Tavola Peutingeriana le Fosse sono indicate nella Pars IV Segmentum IV, con il nome latino di Fossis Papirianis, cioè con un ablativo di “stazionamento”, quasi per indicare implicitamente come l’ostacolo costringesse a fermarsi.

I Venulei, avevano realizzato degli ambienti termali che sono visibili ancora oggi proprio sotto la Pieve di San Lorenzo, la quale, molto probabilmente, sorge su quelli che erano gli ambienti domestici della villa del Proconsole di Ponto e Bitinia L. Venuleis Montanus.
La fondazione delle terme risale tra il 70- 80 d.C. ma vennero scoperte molto dopo.
Nel 1756, nel corso di lavori di sbassamento del terreno dietro la canonica della pieve, attuati per togliere umidità, fu rinvenuto un torso di statua e fu allora che iniziarono le ricerche per trovare il resto della statua, in tipico stile di scavo antiquariale, come ai tempi era solito fare.

E, invece, venne portato alla luce un bellissimo pavimento, più ambienti collegati e condotti in mattoni.
Proprio in questa occasione fu rinvenuto il nome della famiglia impresso su un frammento di tubatura in piombo che attribuì ai Venulei la costruzione.
Altri scavi per le fondamenta della Casa del Fascio nel 1932 rilevarono, a fondo valle, i mosaici e gli ambienti di un grosso edificio dedicato alla sosta di passeggeri: il termopolio ( o thermopolium).
In realtà il terrmopolio era un modo come un altro per arrotondare gli introiti delle attività agricole.
Qui era possibile non solo ristorarsi alle terme ma anche mangiare qualcosa e pregare una divinità affinché il viaggio fosse favorevole: sull’altro lato della moderna Via Pietra a Padule, infatti, sono stati scoperti i resti di una cucina e di un’area sacra.
Come dire… una sorta di autogrill di duemila anni fa!

L’amministrazione comunale di Massarosa, grazie al Gruppo Archeologico di Massaciuccoli, ha effettuato scavi riportando alla luce importanti reperti nel 2006, realizzando un sito archeologico davvero importante e ricco di testimonianze del passato.
Insomma, se siete appassionati di archeologia o di storia, se amate l’ambiente e la natura o avete semplicemente voglia di fare qualcosa di diverso La Villa dei Venulei e la vicina Oasi naturalistica sul lago sono la vostra meta!
E’ possibile prenotare visite guidate con guida turistica del sito archeologico, laboratori con l’archeologo e passeggiate con la guida ambientale immersi nell’habitat lacustre; sono attività aperte a tutti, grandi e piccoli!
Vi ho incuriosito? Allora chiamatemi…
Nel frattempo, a forza di parlare di autogrill del passato, mi è venuta voglia di un buon bicchiere di posca… come, non sapete cos’è?
Ve lo dico quando saremo ospiti a casa dei Venulei!

Elena Benvenuti

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