Traiano: l’Optimus Princeps a Lucca e la “sua Libertas“

Chiunque nell’entrare nelle splendide sale del Palazzo ducale di Lucca gli capiterà di imbattersi anche solo per caso negli affreschi suggestivi e evocativi del “Trionfo di Traiano” dipinti nel 1818 da Ademollo, su incarico di Maria Luisa di Borbone si interrogherà sul suo significato. L’intento della nuova Duchessa era quello non tanto di celebrare la figura di Traiano, quanto quello di denigrare chi l’aveva preceduta nella guida della città, ossia Elisa Bonaparte. L’obiettivo politico era quello di oscurare le imprese napoleoniche , comprese le sue illuminate riforme che per per una donna della Restaurazione come lei , messa sul trono a Lucca da Metternich per le nuove necessità geopolitiche , non avevano senso.

Traiano è in qualche modo raffigurato come il Trionfatore sui “ vizi, il malcostume, le depravazioni dell’era napoleonica”: lei voleva cancellare in qualche modo un’epoca, assai breve per dire la verità, caratterizzata da tanti cambiamenti innovativi che avevano generato nuove speranze in tanti cittadini lucchesi. Lei, la nuova padrona dei destini del piccolo Regno, voleva far intendere alla vecchia e nuova aristocrazia che l’aria era cambiata da quando l’odiato nemico era stato relegato nella lontana isola di S. Elena, da dove non sarà mai più di ritorno. Un’opera maldestra e mistificatoria che non può convincere nemmeno chi conosca anche superficialmente le vicende storiche legate alla figura del piccolo corso e sua sorella. Traiano, “optimus Princeps “ come veniva definito dai suoi stessi contemporanei non ha nulla in comune e nello spazio e nel tempo con quel personaggio dipinto da Ademollo, e incarnava solo i valori del nuovo corso della Restaurazione.

Ma chi fu davvero Traiano? Se Dante Alighieri in persona si scomoda per parlarne nella Divina Commedia, dove lo colloca nel VI Cielo dei beati del Paradiso ci sarà stato pur un motivo per celebrarne le sue virtù. Pero’ Traiano lo conosciamo meglio per mezzo di un panegirico di Plinio il Giovane che lo esalta per le sue virtù militari ed umane . Di origine umbro-italiche era nato in Spagna e si era fatto strada grazie a gloriose campagne militari in Germania e in tanti luoghi dell’impero per respingere gli attacchi dei barbari che spingevano presso i confini per poter entrare.

Plinio lo descrive come un uomo semplice, alto e virile , che si ispira ad Ercole, amante anche dei giochi gladiatori. Un uomo mite, clemente e dedito alla rettitudine, mai spietato o fazioso in politica. Infatti non darà mai avvio a nessuna campagna di persecuzione contro i cristiani. Vieta inoltre di perseguitare i” cristiani” in quanto tali, appartenenti a una piccola Comunità, come aveva fatto brutalmente Nerone 40 anni prima. Tra i suoi provvedimenti c’è l’abrogazione della delazione, quale strumento accusatorio e probatorio contro chiunque abbia commesso un crimine. Ci vogliono delle prove concrete per condannare una persona e portarlo davanti ad un Magistrato. Molti saranno i cristiani condannati durante la sua epoca, ma non per motivi di fede, bensi’ per ribellione o ripetuta insubordinazione verso gli ordini dei propri superiori.

Fra i suoi atti importanti non possiamo non menzionare alcuni rivolti alla riduzione delle tasse soprattutto per le classi meno abbienti senza suscitare le proteste e l’ira dei senatori, generalmente contrari a tali provvedimenti.

Se c’è qualcosa che avrebbe potuto legare il nome di Traiano a Lucca è senza dubbio la magica parola”Libertas” da lui adottata appena incoronato imperatore, che pero’ qui non va intesa come era lecito pensare nel 1300 da parte dei lucchesi quali Indipendenza e Libertà. Come ci spiega Marziale, tale espressione va vista nel quadro generale della politica di Traiano : ogni Romano nel prosieguo della sua carriera militare può aspirare fino al grado di generale e spingersi anche oltre : una società fondata sulle competenze e capacità militari e non sul privilegio di nascita o di ceto. Conferisce alle donne un ruolo particolare che non ha precedenti nella storia romana: è collocata accanto al marito e viene considerata al pari del proprio consorte e stimata per quello che fa., Cio’ si può notare nell’Arco di Ancona dove Traiano e Plotina sono posizionati allo stesso livello.

Nel 101 d. C. da’ avvio alle grandi campagne militari per la conquista della Dacia, l’attuale Romania, mettendosi alla testa di 150.000 legionari : un paese ricchissimo di miniere d’oro e d’argento che facevano tanto “gola” alla Roma imperiale per finanziare le grandi opere pubbliche incaricando per questo scopo il geniale Apollodoro di Damasco, che farà di Roma un gioiello architettonico. Qui è quasi impossibile annoverare tutti gli interventi urbanistici dell’epoca: come il Foro Traiano, le Terme, il Porto di Ostia, i mercati traianei etc. Lo stesso Galeno, il medico più autorevole del tempo lo elogia e lo esalta per i tanti arditi progetti che hanno cambiato il volto della città.

Quando mori’ in Cilicia nel 118 d.C., compianto da tutti i suoi soldati, si rammaricò solo di non essere stato in grado di arrivare fino ai confini dell’impero a causa della sua età avanzata : accarezzando per un momento il sogno di Alessandro Magno.

Non c’è dubbio che la Roma di Traiano raggiunse il massimo splendore sotto di lui e chiunque visiti Roma oggi, dopo aver visto la colonna traiana non può che provare una certa ammirazione e commozione nel pensare che le sue ceneri riposano sotto tale meravigliosa pilastro che ne celebra le sue vittorie e la sua personalità.

Quest’anno come è a tutti noto Alberto Angela ha pubblicato una trilogia dedicata a Nerone e al famoso incendio del 64 d.C, dove il truce imperatore viene totalmente discolpato da questo nefando atto e dove afferma che l’incendio fosse stato provocato casualmente da una lucerna caduta per caso in una dimora romana e per poi divampare in tutta Roma. Noi crediamo solo parzialmente a questa versione, perchè pensiamo e siamo convinti che ci fosse lo “zampino” malefico di Nerone che aveva tutto l’interesse a cancellare il centro di Roma per far erigere l’imponente e colossale Domus Aurea. Non condividiamo neppure l’idea che “in fondo” tutti gli imperatori nel loro comportamento si assomigliano un po’ tutti: dagli omicidi gratuiti, alla imperante corruzione alle ingiustizie di ogni genere. La brutalità e l’uso della forza indiscriminata sarebbe stata comune un po’ a tutti gli imperatori .Traiano ha dimostrato esattamente il contrario, che si puo’ essere imperatore senza essere un degenerato, che elimina amici, parenti,intellettuali etc, come facevano Nerone o Caligola e tanti altri .L’Optimus Princeps era di tutt’altra stoffa e ha saputo dimostrare esattamente il contrario conferendo a Roma la fama e il rispetto e i meriti che tutti oggi le attribuiscono. A nostro avviso governanti come Nerone, Caligola e altri, al contrario di quanto pensa Alberto Angela, meriterebbero ancora oggi in parte la “damnatio memoriae “.

Ma ritornando a Maria Luisa di Borbone il ritratto che lei ci ha lasciato e consegnato è lontano anni luce dalla realtà storica , che appositamente assolutamente falsificata e non degna di chi voglia governare con lungimiranza , obiettività e saggezza. Ma grazie a questi affreschi Traiano è arrivato fino ai nostri giorni e ci ricorda ancora le sue gloriose gesta.

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Sergio Puglisi

Mi chiamo Sergio Puglisi e sono una guida abilitata su Lucca da moltissimi anni. Dato che fin da ragazzo amavo il territorio della Lucchesia ho cominciato decantarla con alcuni articoli che spero vi piaceranno.Vi aspetto tutti con l'animo che hanno tutti i bambini quando osservano il mondo senza pregiudizi.Sono abilitato in tedesco, inglese. spagnolo e francese.