Il sole primaverile si riflette nel canale costringendomi a tenere gli occhi socchiusi. Seduto sul muretto del molo con il mare alle spalle, il vento mi spettina e i disperde i pensieri. Sopra e oltre la Darsena antica, verso la pineta ancora umida di pioggia.
Quanta storia ha attraversato le antiche vie d’acqua sulle quali la Repubblica di Lucca volle farsi marinara. Da questo portò, funestato da pirati e briganti, salpò in gran segreto verso le Fiandre un capolavoro di Michelangelo, l’ultima ghigliottina delle Repubblica di Lucca, che fu pensionata in fondo al nostro mare, così come generazioni di miei avi, verso pericoli e avventure.
Molti non sanno che da Viareggio partirono per secoli anche gli schiavi.

La Repubblica di Lucca, come molti altri stati del tempo, era solita condannare alla “pena del remo” per alcuni reati. Gli sfortunati che subivano questa sorte passavano anni di lavori forzati remando per spostare grandi e pesanti navi dette galee in condizioni di vita miserevoli e, certe volte, non facevano più ritorno a casa.
Lucca non aveva galee, ma era alleata alla Repubblica di Genova che, in compenso, ne aveva in abbondanza. Così, grazie ad un accordo commerciale mutuamente conveniente, i prigionieri partivano dal Porto di Viareggio verso quello ligure.
I condannati erano legati gli uni con gli altri, in una lunga fila detta “infunata”, in modo da non poter fuggire.

La prima di queste spedizioni avvenne nel 1532 e servì alla Repubblica a liberarsi di molti di coloro che avevano preso parte alla Rivolta degli straccioni, che per un anno aveva tenuto in scacco la città-stato, prima di essere soffocata nel sangue da Martino Buonvisi e dalle sue milizie contadine camaioresi. Le galee di Andrea Doria furono ben riempite di ex rivoltosi che avevano creduto di poter ottenere condizioni migliori e rappresentanza.
Con cadenza regolare, la fornitura di manodopera forzata proseguì con le stesse modalità fino al 1746, quando il governo de La Superba rifiutò l’offerta essendone già fornita a sufficienza.
Lucca cercò quindi un nuovo accordo, che fu stretto con un’altra repubblica marinara: Venezia.

Il 2 giugno 1753 partì così la prima “infunata” verso la Serenissima, che continuò a assicurarsi questo rifornimento umano per oltre cinquant’anni.
Fu solo con la presa di Lucca da parte dell’esercito di Napoleone, nel 1801, che questo mercato fu abrogato.
Talvolta mi sembra incredibile la quantità di esistenze e di dolori che la storia ha fatto incrociare in un unico luogo. E come, alla fine il tempo riesca sempre a trasformare ogni cosa, cancellando pietosamente le ferite del passato.
Mi dirigo verso la Passerella, per poi fermarmi qualche minuto all’ombra della Chiesina dei Pescatori. È un luogo di grande pace, cosa rara a questo mondo, e voglio godermelo un po’.
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