Ogni volta che torno a Viareggio e respiro l’aria del mio mare, vivo una sensazione di grande tranquillità. Le Alpi Apuane, la spiaggia chiara e il mare dalle tinte intense creano una scenografia unica al mondo. Un quadro.
La città è stata spesso il rifugio di grandi artisti contemporanei, e questa l’ha resa un soggetto abbastanza popolare nell’arte del XIX e XX secolo.
Se si parla di arte a Viareggio, il primo nome che viene in mente è certamente quello di Lorenzo Viani (1882-1936), pittore che seppe rappresentare con vibrante forza la sofferenza, la speranza e la semplicità dei marittimi, dei vàgeri (viandanti) e dei miserabili suoi contemporanei. Significativo il fatto che il suo capolavoro Strada viareggina (1905), che rappresenta una scena di vita quotidiana della città, sia invece un’opera insolitamente allegra e luminosa, rispetto al resto della sua produzione. Per molto tempo artista ingiustamente sottovalutato e ormai finalmente riscoperto, non fu tuttavia il primo grande pittore a immortalare Viareggio. Pochi concittadini conoscono ad esempio il capolavoro di Louis Édouard Fournier (1857-1917) The Cremation of Percy Bysshe Shelley (1889), esposto al Liverpool Walker Art Gallery, oppure sanno che un acquerello raffigurante la nostra Darsena di Henry Jones Thaddeus (1859-1929) intitolato Viareggio, è parte della Collezione della Corona Britannica.

Tra i primissimi a rappresentare la città di Viareggio si annovera il macchiaiolo Telemaco Signorini (1835-1901), con capolavori come Marina di Viareggio (1860) e Viareggio. Recentemente è stato scoperto che anche il suo celebre Vita di Paese rappresenta un antico scorcio di Piazza Ragghianti. Dello stesso periodo è anche il maestro Vincenzo Cabianca (1827-1902), la cui opera Spiaggia a Viareggio, è conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova.

Molti altri pesi massimi dell’arte hanno voluto ritrarre le bellezze di Viareggio. Tra i più assidui Moses Levy (1885-1968), le cui famose spiagge sono esposte nelle gallerie di mezzo mondo, fino al Perù, l’olandese Isaac Israëls (1865-1934) che realizzò magnifiche marine dai colori vividi e modernissimi. Ma anche l’artista liberty Galileo Chini (1873-1956), che tutti conoscono per le splendide ceramiche ma che pochi immaginano alle prese con dipinti di laboriose darsene e fresche pinete, il francese Francis Picabia (1879-1953), che nel 1938 realizzò un superbo paesaggio notturno intitolato Viareggio e Plinio Nomellini (1866-1943), che dipinse Il teatro Pea nella Pineta di Ponente di Viareggio, oggi conservato alla Galleria d’Arte Goldoni di Livorno. Pare addirittura che anche Escher (1898-1972) ispirò alcune delle sue visionarie opere alle architetture viareggine e in particolare al Caffè Margherita.

Per quanto riguarda gli autori cosiddetti minori, la lista è veramente lunga. Alcuni erano viareggini, come Oreste Paltrinieri (1873-1966) che ci lasciò un patrimonio visivo vastissimo tra cui Ponticello sul fosso nella Pineta di Viareggio, Canale Burlamacca, Lungo il Molo di Viareggio, Fosso in Pineta, Mareggiata, Mercato di Viareggio e altri ancora, Clementina (Tina) Cervelli Lazzereschi (1894-1984) che realizzò Sulla spiaggia di Viareggio, Alfredo Catarsini (1899-1993) -il cui atelier è visitabile nella mansarda di Villa Paolina– e Ruggero Sargentini (1902-1995), celebri -ognuno col proprio stile- per le visioni della Darsena e del Canale Burlamacca, e lo scultore e pittore Inaco Biancalana (1912-1991). Altri invece erano di origine straniera, come Elin Danielson (1861-1919) la cui opera La merenda è esposta al KH Renlund Museum (Finlandia) o Lloyd Llewelyn (1879-1949), italiano di origine gallese che dipinse i paesaggi toscani e liguri. Certi hanno vissuto periodi più o meno lunghi in città, altri sono stati solo di passaggio.

Un elenco non esaustivo degli artisti che ritrassero Viareggio, seguiti da qualche riferimento ad alcune delle loro opere relativa alla città, è questa: Giovanni Lazzarini (1769-1834): Prospetto principale del Palazzo di S.A. la Principessa Borghese a Viareggio dov’è l’ingresso (inizio XIX secolo); Tito Conti (1842-1924): Canale di Viareggio, La Darsena; Francesco Vinea (1845-1902): Sulla spiaggia a Viareggio; Alceste Campriani (1848-1933): Sulla spiaggia di Viareggio, Viareggio, Tramonto sul mare a Viareggio; Oreste Costa (1851-1901): Canale Burlamacca, Viale Capponi; Ulvi Liegi (1858-1939): Marina a Viareggio; Carlo Ferrari (1861-1950): L’Ospizio e la via Mazzini (1879), Bagnanti a Viareggio (1879), tra le più antiche raffigurazioni di Viareggio, conservate nel museo cittadino GAMC; Federico Sartori (1865-1938), che lasciò una ricca collezione di immagini della città; Ferruccio Pagni (1866-1935): Pineta; Ludovico Tommasi (1866-1941) che raffigurò principalmente la zona della Darsena nel suo stile postmacchiaiolo; Francesco Fanelli (1869-1924): Vecchia Darsena a Viareggio, Viareggio – vele in Darsena; Umberto Prencipe (1879-1962) Darsena, Alpi a Viareggio; Carlo Passigli (1881-1953): Spiaggia di Viareggio; Renato Natali (1883-1979): Sulla spiaggia di Viareggio; Max Beckmann (1884-1950): Kleine Landschaft – Viareggio; Giovan Battista Santini (1886-1952): Il Molo, Pescatori sul Burlamacca; Giuseppe Murri (1889-1943): Pineta, Canale – notturno, Riparatore di reti (Il Morino), Riparando le reti, Marina con bagnanti; Giovanni March (1894-1974): Marina di Viareggio; Virgilio Marchi (1895-1960): Teatro Giacomo Puccini; Primo Conti (1900-1988): Il Politeama visto dal mare, Molo di Viareggio, Spiaggia al Marco Polo; Francesco Pagliazzi (1910-1988), celebre per i quadri raffiguranti la darsena; Mario Marcucci (1910-1992): Marina a Viareggio, Il muro dei Pretini, Darsena, Libecciata in Pineta, Viareggio; Renato Santini (1912-1995), celebre per le sue marine desolate quali ad esempio Marina di Levante, Marina grigia ecc.; Mario Risoli (1918-2003): Case della Vecchia Viareggio, La Darsena di Viareggio; Alessandro Visani (inizio XX sec.-1983) con le sue marine in stile naif riprodotte anche su francobolli; Nello Levy (1921-1992, figlio di Moses Levy): Viareggio, Pescherecci Viareggio, Chantier naval (Ultimo ricordo di Viareggio), Darsena di Viareggio; Serafino Beconi (1925-1977): Il Cantiere Itoyz; Giuseppe Banchieri (1927-1994): Case a Viareggio; Sandro Luporini (1930-) con le sue marine metafisiche, Adolfo Belimbau (1938-): Il porticciolo di Viareggio; Lino Mannocci (1945-2021) esponente della Metacosa; Marco Dolfi (1953-) che ha realizzato, tra le altre cose, splendide opere sulle pinete.

Questa breve carrellata è da prendersi come certamente incompleta e semplicemente indicativa del fascino che Viareggio ha esercitato nel corso dei secoli su svariati artisti esposti nei musei di tutto il mondo. Come si può notare, la Darsena, il Burlamacca e la spiaggia sono i soggetti più scelti, in quanto i più suggestivi e significativi di questa città “nata dal mare”. Al secondo posto troviamo la pineta, altra zona di grande quiete e suggestione.
Un capitolo a sé è quello degli artisti la cui carriera è iniziata nell’ambito del carnevale e delle costruzioni allegoriche, e che hanno anche realizzato opere che raffigurano Viareggio. Tra questi spiccano certamente Uberto Bonetti (1909-1993), padre futurista del Burlamacco, maschera ufficiale del carnevale viareggino, ma capace anche di tenui acquerelli, Antonio D’Arliano (1899-1992), i cui velieri, recentemente restaurati, sono raffigurati sulle pareti del ristorante Tito del Molo, e le cui darsene -presenti in molti salotti cittadini- sono ormai iconiche, Elios Lippi (1920-2012), col suo stile particolare e le sue maschere, Carlo Vannucci, detto Bocco (1920-2015), Giovanni Lazzarini detto Menghino (1923-2003) i cui grandi murales, come quello sulla Chiesina dei Pescatori, sono un tesoro cittadino, e Beppe Domenici (1924-2008), autore tra le altre cose della fontana Quattro Stagioni, davanti allo storico hotel Royal.

Ultimo di questa gloriosa carrellata di maestri d’arte e d’emozioni è il grandissimo Giorgio Michetti (1912-2019), capace di leggerezza nelle forme e grandiosa potenza cromatica, purtroppo recentemente scomparso. Una collezione di suoi splendidi disegni raffiguranti la nostra città nel suo stile onirico è conservata al GAMC.

Ma è doveroso ricordare tutte quelle centinaia, o migliaia forse, di artisti non ancora famosi, dilettanti e semplici appassionati che si sono divertiti a dipingere la nostra città. Dal poliedrico Franco Anichini, a Lustro da Lucca, al greco Petros Polykretis, detto Giasone, che per anni ha dipinto ogni giorno la Torre Matilde vista da via Coppino, fino a Bernardo Uè, i cui velieri sono esposti nella storica pizzeria Rizieri, passando da Nando da Pistoia, Guido Bucci, Lustro da Lucca (Dario Barsotti), e anche mio padre: Giovanni Levantini. Chissà quanti sono gli altri di cui non si conosce il nome, e forse in qualche caso mai si conoscerà.

Sarebbe auspicabile che il fondo acquisti della GAMC potesse essere aumentato in modo da poter acquisire tra i beni pubblici le opere più significative ancora presenti sul mercato. Inoltre potrebbero essere organizzate mostre a tema, in collaborazione con le altre gallerie e i collezionisti privati, anche in un’ottima di un più ampio piano di rilancio della Galleria viareggina, che ha notevoli potenzialità.
È incredibile pensare come Viareggio, piccola città senza grandi monumenti né attrazioni, né località d’arte né storica, né famosa a livello globale, sia stata capace di incantare così tanti artisti da ogni parte del mondo.
Forse il segreto è proprio nella sua semplicità e nell’atmosfera rilassata che si respira tra la spiaggia e le montagne, e che sorprende tutti. Artisti famosi o meno, e semplici persone che di tanto in tanto tornano sulle sue rive a respirare l’aria fresca e profumata di mare. Viareggio sei la nostra musa!
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